Bar e ristoranti in queste ore stanno comprando quel che ne rimane, ma nei prossimi giorni sarà sicuramente introvabile.
Tutta la bellezza del design nautico italiano (e non solo) è andata in scena al salone internazionale di riferimento nel mondo dello yachting, il Monaco Yacht Show, che dal 24 al 27 settembre ha visto tra i protagonisti assoluti il gruppo The Italian Sea Group, operatore globale della nautica di lusso attivo nella costruzione di superyacht e megayacht fino a 140 metri. Fondato da Giovanni Costantino (classe 1963, nato a Taranto e a soli 19 anni già imprenditore nel settore dell’edilizia e degli arredi su misura), opera sul mercato con i brand Admiral, Tecnomar, Perini Navi e Picchiotti, nei servizi di refit di yacht e megayacht – con focus su yacht di lunghezza superiore ai 60 metri – attraverso il brand NCA Refit, affermandosi sempre più come punto di riferimento per una clientela internazionale altamente sofisticata e con Celi, storica azienda di alta ebanisteria attiva sul mercato dal 1920.
ⓢ Partiamo dalla vostra partecipazione al Monaco Yacht Show.
Il Monaco Yacht Show è per noi da sempre un appuntamento estremamente importante e impegnativo. Quest’anno abbiamo presentato degli yacht che rappresentano per noi il raggiungimento di un percorso di crescita e solidità importante. In particolare, abbiamo partecipato con il brand ADMIRAL con due yacht di grandi dimensioni. Il primo è stato Amalya, un Admiral 78 metri, progettato sia come interior che, come linee esterne dal noto studio internazionale, Sinot Yacht Architecture & Design. Uno yacht molto difficile che abbiamo completato e consegnato con grande soddisfazione. Il secondo è stato uno yacht di 72 metri, interamente disegnato da Giorgio Armani. Per l’azienda rappresenta un passaggio importante, nato dall’incontro tra l’esperienza nautica e il mondo della moda di alto livello. Un esperimento lungo, impegnativo che ha dato vita ad un esemplare nautico unico. Le linee sono assolutamente nuove e innovative e anche questo yacht porta con sé l’orgoglio del percorso di TISG. Infine, Admiral Raja2 di 55 metri è uno yacht, anche qui di grande valore stilistico e questa volta interpretato totalmente sia per interior design che per linee esterne dal Centro Stile del gruppo. A queste si affianca il brand PICCHIOTTI che è il più antico del mondo con la sua nascita nel 1575: 24 metri, primo della linea Gentleman, disegnato sia come interior che come linee esterne dal noto Designer Dini. È uno yacht vintage, come ce ne sono davvero pochi nello scenario nautico, di grande sapore romantico, infatti tutta la parte esterna, dalla sovrastruttura all’interno delle falchette, è rivestita in mogano e richiama gli yacht “Kennedy style”. C’era poi Perini Navi, con il “Katana”: 60 metri, linee di memoria, uno yacht importante. Con la sua tecnologia estremamente avanzata e un interior molto sofisticato dell’architetto francese Remi Tessier, rappresenta un’altra occasione per comunicare la potenza e la capacità trasversale, progettuale e realizzativa di TISG. Infine, abbiamo il Tecnomar for Lamborghini, 63 piedi, che anno dopo anno si arricchisce con piccoli upgrade di stile. Lo yacht Lamborghini è presente in tutte le marine di riferimento del mondo.

Lo yacht My Admiral disegnato da Giorgio Armani
ⓢ Le vostre parole chiave sono dunque tradizione, design, tecnologia, ecosostenibilità, personalizzazione estrema. Quali sono i trend emergenti e da dove deriva e dove porta questo approccio tailor made?
La personalizzazione è il nostro DNA, abbiamo fondato lo sviluppo delle competenze aziendali proprio intorno alla caratteristica del “cucito a mano”, creato intorno esigenze dei nostri clienti. Nell’ultimo decennio il “cliente tipo” si è evoluto radicalmente ed è diventato molto più complesso, ha competenze nautiche molto più approfondite e questo lo porta a richiedere unicità e perfezione. Infatti, per noi il tailor made non si riferisce soltanto alle caratteristiche tecniche e tecnologiche, ma anche alla parte estetica, sia al profilo della nave che all’interior. Questo è un mestiere completamente diverso dal lavoro seriale o semi seriale perché ogni oggetto va costruito con grande attenzione, dallo scafo fino all’ultimo dettaglio. Il sincronismo tra progettazione, produzione e gestione del cliente esige un’organizzazione aziendale molto veloce, ricettiva e unita.
ⓢ Per quanto riguarda invece il legame con il territorio, a cominciare dalla sede dell’headquarter a Marina di Carrara, che tipo di relazione avete costruito negli anni?
Come per ogni azienda di grande dimensione, nel momento del suo sviluppo il “progetto azienda” non solo diventa una missione imprenditoriale, ma anche sociale. La mia responsabilità come fondatore e amministratore delegato e quella di tutto il top management dell’azienda è quella di rispettare questa missione sociale. Sul territorio abbiamo 750 dipendenti e abbiamo un indotto di circa 2000 persone provenienti da un tratto di costa che parte da Genova e va oltre Viareggio. Sentiamo una forte responsabilità verso tutti i nostri collaboratori e il territorio. La nostra missione si esprime attraverso il generale concetto di ESG nel senso di rispetto dell’ambiente, delle nostre persone e del territorio. In particolare, rispetto a quest’ultimo siamo sempre pronti a rispondere ad esigenze di tipo culturale con diverse iniziative che supportiamo anche economicamente (a Carrara, La spezia, Forte dei Marmi, Pietrasanta). Per quanto riguarda l’ambiente siamo molto attenti all’innovazione progettuale delle nostre navi, con i prodotti ibridi che abbiamo iniziato a progettare oltre un decennio fa. Ad esempio, abbiamo Admiral 78 metri che nella sua innovazione di diesel elettrico inquina in mare tanto quanto un’autovettura di grossa cilindrata. Inoltre, nella produzione dell’energia elettrica, tutta l’esigenza del gruppo viene prodotta da energia rinnovabile, mentre tutta la superficie dei nostri capannoni nei vari siti è coperta da pannelli solari attivi. Infine, l’attenzione dell’azienda è da sempre rivolta alle competenze ed è per questo che, nonostante il settore sia prevalentemente maschile in molti ruoli, sono numerose le professioniste donne che supportano l’azienda in molteplici aree.
ⓢ In che modo create comunità sia all’interno che all’esterno dell’azienda?
La nostra filosofia è fondata sull’importanza delle risorse che sono il cuore del nostro progetto, risorse su cui abbiamo molto investito e continueremo a investire. Oggi siamo in una fase di ampliamento degli uffici con altri 3500 metri quadri che sono realizzati per dare anche un grande comfort visivo: all’interno dei nostri uffici ci dedichiamo all’interior design così come cerchiamo di supportare il tempo libero dei nostri collaboratori. Il nostro “The Village” è un’area dedicata al benessere e all’intrattenimento di dipendenti, armatori ed equipaggi delle yachting corso di manutenzione o costruzione, include un elegante lounge bar, un ristorante gourmet, una palestra e una SPA, interamente a servizio del territorio e pensati per valorizzare la cultura dell’ospitalità e del benessere.
Articolo in collaborazione con The Italian Sea Group.

Non è più un semplice gesto culturale: il recente caso Radiohead mostra come il live sia diventato oggetto di culto, tra mercificazione dell’accesso, partecipazione trasformata in status, crisi di panico e di pianto.