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Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
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Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

Si può revocare un premio Nobel per la pace?

14 Settembre 2017

In questi giorni, molte persone stanno chiedendo di revocare il premio Nobel per la pace ad Aung San Suu Kyi, la leader del Myanmar che al tempo della regime militare è stata uno dei più strenui oppositori della dittatura e che oggi è accusata di essere complice, se non addirittura colpevole, del massacro dei Rohingya, la minoranza etnica musulmana, a lungo discriminata nel Paese asiatico e che nell’ultimo anno è stata vittima di vari attacchi da parte delle forze governative: le violenze, che alcuni definiscono un vero e proprio genocidio, ha provocato centinaia di migliaia di profughi (il numero delle vittime uccise non è quantificato), che si vanno a sommare a quelli degli altri profughi Rohingya, che sfuggiti alle violenze del 2012.

aung san suu kyi

Aung San Suu Kyi, che oggi è il consigliere di Stato del Myanmar, ovvero il capo di fatto del governo, aveva ricevuto il Nobel per la pace nel 1990, grazie alle sue attività di resistenza pacifica al regime militare, che l’ha tenuta agli arresti domiciliari per almeno quindici anni. È stata liberata nel 2010 e poi ha stravinto le prime elezioni democratiche, che si sono svolte nel 2015.  Le prime critiche, sempre a proposito del suo atteggiamento nei confronti dei Rohingya, risalgono a qualche anno prima: quando nel Paese, che è a maggioranza buddista, si scatenarono violenze contro la minoranza musulmana, lei mantenne un bassissimo profilo, anziché cercare di contrastarle. A questo giro, però, le critiche sono molto più forti, perché la donna si trova in una posizione di potere.

Il 7 settembre il New York Times aveva pubblicato un op-ed in cui si chiedeva ai responsabili di revocare il Nobel, cui è seguito un editoriale di Nicholas Kristof che definiva il comportamento di Aung San Suu Kyi «una vergogna» per l’istituzione. Una petizione su change.org che chiedeva la stessa cosa ha ottenuto, al momento in cui scriviamo, 400 mila firme. Inoltre la leader ha ricevuto dure critiche da altri colleghi premi Nobel per la pace: a cominciare dal Dalai Lama, Malala Yousafzai e Desmond Tutu.

Dunque, si può revocare un premio Nobel per la pace ad Aung San Suu Kyi? No. A quanto pare no, perché un premio Nobel per la pace non può essere revocato, punto. Lo ha spiegato un rappresentante del Nobel Institute, Olav Njolstad, all’Associated Press: «Non è possibile destituire un premiato dal suo Nobel per la pace. Nessuna delle commissioni che assegnano il premio, a Stoccolma e Oslo, hanno mai considerato revocare un premio dopo che è stato consegnato».

Yangon, Aung San Suu Kyi a una conferenza stampa nel novembre del 2015 (ROMEO GACAD/AFP/Getty Images)
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