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Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.
L’Oms ha detto che i farmaci come Ozempic dovrebbero essere disponibili per tutti e non solo per chi può permetterseli Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, in futuro bisognerà garantire l'accesso a questi farmaci a chiunque ne abbia bisogno.
Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia Le tracce sono comparse a sorpresa e sarebbero state ispirate da una vacanza italiana del musicista, intristito dalla pioggia autunnale.
Il sindaco di Pesaro si è dovuto scusare perché ha coperto di ghiaccio la statua di Pavarotti per far spazio a una pista di pattinaggio Ma ha pure detto che Pavarotti resterà "congelato" fino a dopo l'Epifania: spostare la statua o rimuovere la pista sarebbe troppo costoso.
Siccome erano alleati nella Seconda guerra mondiale, la Cina vuole che Francia e Regno Unito la sostengano anche adesso nello scontro con il Giappone Indispettita dalle dichiarazioni giapponesi su Taiwan, la diplomazia cinese chiede adesso si appella anche alle vecchie alleanze.
È morto Tom Stoppard, sceneggiatore premio Oscar che ha reso Shakespeare pop Si è spento a ottantotto anni uno dei drammaturghi inglesi più amati del Novecento, che ha modernizzato Shakespeare al cinema e a teatro.
La tv argentina ha scambiato Gasperini per il truffatore che si era travestito da sua madre per riscuoterne la pensione Un meme molto condiviso sui social italiani è stato trasmesso dal tg argentino, che ha scambiato Gasperini per il Mrs. Doubtfire della truffa.
La parola dell’anno per l’Oxford English Dictionary è rage bait Si traduce come "esca per la rabbia" e descrive quei contenuti online il cui scopo è quello di farci incazzare e quindi interagire.

Per Sally Rooney Tutti i nostri ieri di Natalia Ginzburg è il romanzo perfetto

30 Giugno 2022

«Volevo scrivere un po’ di Natalia Ginzburg e del suo romanzo Tutti i nostri ieri. Vorrei rivolgermi, in particolare, a tutti quei lettori che in questo momento, che se ne rendano conto o no, stanno aspettando il loro primo, speciale incontro con la sua opera», così Sally Rooney spiega la sua decisione di pubblicare oggi, sul sito del Guardian, un lungo pezzo sul romanzo che, dice, le ha cambiato la vita. Nel suo articolo Rooney definisce il terzo romanzo di Ginzburg, pubblicato in Italia nel 1952, «il romanzo perfetto». E spiega perché: «È esattamente ciò che vuole essere, e niente di più». Rooney elogia la prosa di Ginzburg definendola semplice e intelligente, capace di mostrare al lettore «quanto grande e quanto piccolo possa essere un romanzo. In questo libro la posta in gioco è la più alta possibile perché racconta gli eventi più catastrofici del ventesimo secolo. Ma, allo stesso tempo, è anche un romanzo in cui la posta in gioco è la più piccola che ci possa essere: il matrimonio di una giovane donna, la sorte del cane di una famiglia».

Nel pezzo, Rooney si concentra molto sulla trama del romanzo, raccontando ai lettori inglesi dell’Italia prima, durante e subito dopo la Seconda guerra mondiale. A ognuno dei personaggi principali di Tutti i nostri ieri dedica una breve descrizione: ad Anna, ovviamente, che riconosce come protagonista del romanzo, pur definendo questo suo status «soltanto parziale»; a sua madre, la signora Maria; a suo fratello Ippolito e a sua sorella Concettina; a Franz, il vicino di casa; a Danilo e a Emanuele. «La grande potenza emotiva di questo romanzo viene dalla profondità e autenticità di ognuno dei suoi personaggi», scrive Rooney. «Queste persone non hanno chissà che qualità morali, non è gente alla quale viene facile essere coraggiosa e onorevole. Li conosciamo: li conosciamo molto bene perché sono tanto irritabili ed egoisti e pigri quanto lo siamo noi».

Ma, aggiunge Rooney, il vero oggetto delle attenzioni letterarie di Ginzburg è la distinzione tra bene e male. O, per essere più precisi, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Una questione che in Tutti i nostri ieri la scrittrice affronta sia «dal punto di vista intellettuale che ideologico, mostrando interesse per lo sviluppo delle diverse teorie morali e sistemi valoriali». Ma Ginzburg, scrive Rooney, non si ferma alla speculazione filosofica. La dicotomia tra bene e male la affronta anche dal punto di vista pratico, mettendo spesso i suoi personaggi di fronte alla domanda morale per eccellenza: come facciamo a sapere che una cosa è bene e l’altra è male? E le scelte di questi personaggi hanno peso e sono vere perché avvengono in un mondo in cui «le pressioni, il caos e la violenza sono ovunque». Ginzburg non gira la testa dall’altra parte quando si ritrova davanti il male. Ed è proprio in quelle circostanze che fa brillare i suoi personaggi con «una bellezza morale trascendentale e indimenticabile». Tutto questo, secondo Rooney, è reso possibile dalla «straordinaria comprensione» dell’animo umano che Ginzburg dimostra continuamente, dalla sua «brillantezza» nell’uso della parola e dalla sua «impareggiabile moralità». Tutti i nostri ieri, conclude Rooney, «è tra i grandi romanzi del secolo scorso e Ginzburg è una delle grandi scrittrici del Novecento. Come lettrice, come autrice e come essere umano, la sua opera ha toccato e cambiato la mia vita».

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