È il più “schivo” dei musicisti italiani, evita l'autopromozione e limita moltissimo anche i live. E nonostante questo, il suo Una lunghissima ombra è stato uno dei dischi più attesi del 2025. Lo abbiamo intervistato nel nuovo numero di Rivista Studio, che esce oggi.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action
E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
Durante il secondo giorno del ricorso giudiziario che sta esaminando se la messa al bando di Palestine Action da parte del governo britannico sia legittima è stata ascoltata anche Sally Rooney. La scrittrice irlandese, che da anni si esprime a sostegno della liberazione della Palestina e del boicottaggio di Israele, ha dichiarato all’Alta Corte che la messa al bando di Palestine Action, secondo le leggi antiterrorismo, avrà conseguenze molto gravi sul suo lavoro: se tutto resta com’è, infatti, difficilmente Rooney potrà pubblicare nuovi romanzi nel Regno Unito e potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita. Il divieto imposto a Palestine Action come organizzazione terroristica potrebbe anche esporre l’editore britannico della scrittrice e la Bbc – che ha adattato sia Normal People che Conversations with Friends per la tv – al rischio di essere accusati di finanziare il terrorismo qualora le versassero le royalty, ha detto. L’impatto sul lavoro di Rooney è stato presentato come un esempio di come il divieto stia limitando la libertà d’espressione.
«Mi limito a dire che ammiro e sostengo Palestine Action con tutto il cuore e che continuerò a farlo, anche se dovesse diventare un atto terroristico», aveva scritto Rooney in un op ed pubblicato domenica 22 giugno sul Guardian. Rooney ha più volte ribadito il suo sostegno a Palestine Action, la cui attività rientra in una «lunga e orgogliosa tradizione di disobbedienza civile: la violazione deliberata delle leggi come atto di protesta». Rooney ha aggiunto: «Io stessa ho sostenuto pubblicamente l’uso dell’azione diretta, incluso il sabotaggio di proprietà, per la giustizia climatica. È logico quindi che io sostenga la stessa gamma di tattiche negli sforzi per prevenire un genocidio».
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Ad agosto Rooney aveva dichiarato di voler utilizzare le royalties delle sue opere «per continuare a sostenere Palestine Action». Il produttore indipendente dei suoi adattamenti per la Bbc l’ha quindi dovuta avvertire che qualunque pagamento a suo favore potrebbe costituire una violazione delle leggi sul terrorismo. A settembre, le è stato consigliato di non recarsi nel Regno Unito per ritirare lo Sky Arts Award for Literature assegnatole per il suo ultimo romanzo, Intermezzo. Rooney ha inoltre denunciato la “detenzione pluriennale senza processo” degli attivisti di Palestine Action e ha espresso timori per coloro che al momento stanno conducendo uno sciopero della fame. L’ultima giornata del ricorso giudiziario è prevista per martedì 2 dicembre.
È il più “schivo” dei musicisti italiani, evita l'autopromozione e limita moltissimo anche i live. E nonostante questo, il suo Una lunghissima ombra è stato uno dei dischi più attesi del 2025. Lo abbiamo intervistato nel nuovo numero di Rivista Studio, che esce oggi.