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Le ultime parole e l’ultimo concerto di Ryuichi Sakamoto

Domenica 2 aprile è arrivata la notizia della morte di Ryuichi Sakamoto, musicista, compositore, fondatore della Yellow Magic Orchestra, premio Oscar per la migliore colonna sonora nel 1992 con L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci, uno dei più famosi, amati e rilevanti artisti della seconda metà del Novecento. Sakamoto è morto il 28 marzo, a 71 anni, a causa di un cancro al colon-retto diagnosticatogli a gennaio del 2021, recrudescenza della malattia scoperta la prima volta nel 2014 – in quel caso alla gola – e che dopo sei anni di terapia sperava di aver superato. Dopo la seconda diagnosi, Sakamoto aveva raccontato tutto sul suo sito, spiegando ai fan che la sua speranza era di «riuscire a suonare ancora per un po’, convivendo con il cancro». Si era sottoposto a un intervento chirurgico e aveva poi iniziato un nuovo ciclo di cure, riuscendo, in questi due anni, a registrare un nuovo disco, 12, e a realizzare un ultimo concerto, Ryuichi Sakamoto: Playing the Piano 2022, composto da quattro diverse esibizioni “cucite” assieme e trasmesse poi in diretta streaming.

«Le mie forze sono molto diminuite, è per questo che un concerto di un’ora o di un’ora e mezza è troppo faticoso», aveva raccontato Sakamoto per spiegare la decisione di spezzettare questa sua esibizione in quattro parti. «Quindi ho registrato ogni canzone individualmente e poi le ho messe assieme in modo che possano essere fruite come un normale concerto. E credo che l’esperienza sarà piacevole proprio come quella di un normale concerto. Spero vi piaccia», aveva scritto sul suo sito. Due estratti di Playing the Piano 2022 li aveva pubblicati all’epoca Nme: si tratta della canzone “Merry Christmas Mr. Lawrence”, dalla colonna sonora di Furyo, film del 1983 diretto da Nagisa Oshima (in cui Sakamoto recitava anche, accanto a Tom Conti, David Bowie e Takeshi Kitano), e di un breve messaggio in cui il musicista diceva che «non ho più le forze necessarie per suonare dal vivo… Questa potrebbe essere l’ultima volta che mi vedete suonare così».

 

Playing the Piano 2022 è stato trasmesso in streaming l’11 dicembre dello scorso anno. Non era la prima volta che Sakamoto organizzava un evento simile: il primo Playing the Piano, infatti, è del 12 dicembre del 2020, durante uno dei momenti più difficili della pandemia. Sakamoto decise di organizzare un concerto, ovviamente senza pubblico, nello Studio 509 della NHK, la televisione di Stato giapponese, nel quartiere di Shibuya, a Tokyo («il migliore in tutto il Giappone», diceva). Per sua scelta, il concerto non fu registrato ed è per questo che nel 2022 decise di farne un altro. Playing the Piano 2022 si è tenuto nello stesso studio, ma questa volta Sakamoto è stato ripreso e registrato da una troupe arrivata appositamente a Tokyo da New York. L’intenzione era di fare di quel concerto un film, da distribuire poi nelle sale. In attesa che Playing the Piano 2022 arrivi al cinema, per ricordare Sakamoto si può ascoltare il suo ultimo disco, 12 (uscito lo scorso 17 gennaio), oppure l’album tributo To The Moon And Back, con cover di sue canzoni realizzate da Thundercat , Devonté Hynes, Fennesz, la Cinematic Orchestra e molti altri artisti. Oppure, ancora: si può guardare CODA, documentario del 2017, ascoltare le sue ultime colonne sonore – quella dell’episodio “Smithereens” di Black Mirror del 2019 o dell’anime Netflix Exception, per esempio. Altrimenti, si possono leggere pezzi omaggio bellissimi come quello scritto da Simon Reynolds su Pitchfork e da Daniel Peters su Nme. Anche se, forse, la cosa migliore da fare è anche la più semplice: riascoltare, riscoprire Ryuichi Sakamoto.