Ragazze che odiano le donne (su TikTok)

Il trend "Pick-Me Girl", nato per prendersi gioco di alcune caratteristiche considerate femminili, è diventato l’emblema della schizofrenia social quando si tratta di stereotipi di genere.

22 Luglio 2021

Se non frequentate TikTok, potreste non aver mai sentito parlare della Pick-Me Girl, uno dei tanti trend che da mesi spopolano sulla piattaforma. Potremmo definirla una sorta di archetipo che si concretizza in tutte quelle ragazze che postano video per sfottere le loro simili e i loro atteggiamenti considerati più femminili. In parole più semplici: la Pick-Me Girl (letteralmente, “sceglimi”, 672,6 milioni di visualizzazioni per l’hashtag) ci tiene a dimostrare che lei non è «come tutte le altre ragazze», non ci mette ore a prepararsi prima di uscire, anzi si trucca poco o niente, non mangia poco al ristorante dichiarandosi subito sazia, non beve colorate bevande alla frutta ma preferisce la birra, è una tipa rilassata, spesso ha più amici maschi che amiche femmine, è alla mano, una con cui i ragazzi si troveranno immediatamente a loro agio, visto che non è fastidiosa né frivola. Perché alla fine, come dice l’Urban Dictionary, è quello che la Pick-Me Girl cerca più di ogni cosa: la validazione maschile. Se da una parte, allora, il trend sembrava quasi un modo per liberarsi di certi comportamenti stereotipati, nello scroll infinito di TikTok è diventato invece un’altra occasione di ribadire all’infinito quegli stessi stereotipi. Così le Pick-Me Girl è diventata invisa a tutti, eccone un’altra che se la prende con le ragazze solo per farsi bella di fronte ai ragazzi, eccone un’altra che perpetua battute misogine nascondendosi dietro un’ironia fin troppo facile.

@hannah.montoya“dresses are SO girly ?” ##pov ##comedy ##pickmegirl♬ original sound – hannah montoya

Come ha raccontato recentemente InsideHook, la Pick-Me Girl non è affatto un personaggio social di recente invenzione ma è comparsa per la prima volta, come spesso accade quando si parla di trend di questo tipo, in quello che si chiama Black Twitter, e cioè la parte di Twitter in cui gli utenti, perlopiù afroamericani, discutono di questioni rilevanti per la comunità nera. Già nel 2016 e nel 2018, infatti, in quell’angolo di internet si utilizzava l’hashtag #TweetLikeAPickMe per prendersi gioco di quelle donne che si vantavano di essere delle “mogliettine” perfette nel tentativo di contrapporsi a quelle che invece “indossano abiti troppo scollati”, “non cucinano per il loro uomo” oppure “hanno una vita sessuale libera”. Ha ritrovato il suo momento di gloria a partire dallo scorso febbraio su TikTok, quando hanno iniziato a comparire video accompagnati da “Heavy Metal” di Lil Uzi Vert, canzone che contiene la frase “Pick me, like, Pick me, like, Pick me, like”. Con il passaggio a TikTok, però, il trend si è intensificato e ha sensibilmente mutato forma, anche grazie agli strumenti che hanno fatto la fortuna della piattaforma come la possibilità di duettare o di mettere un video in “stitch” per registrarci sopra la propria reazione. Questo ha significato un’ingigantirsi di questa battaglia tra stereotipi e ha creato un loop pressoché infinito di reazioni e contro reazioni – come in quello sketch di Bo Burnham – ma anche di diverse declinazioni, come la/il “Pick-Me Asian”, ovvero le ragazze e i ragazzi che si prestano agli stereotipi sugli asiatici per approfittare dell’attenzione dei non asiatici ossessionati da cose com il K-pop e i K-drama, e che vengono rimproverati dai loro consimili perché considerati superficiali e complici nella feticizzazione della loro etnia. Insomma, un bel casino. 

La Pick-Me Girl, come molti altri archetipi internettiani, ha un suo corrispettivo maschile, il “Simp”, ovvero colui che dimostra un’eccessiva attenzione verso l’oggetto del suo desiderio, che sarebbe il più delle volte una ragazza che non corrisponde i suoi sentimenti. Un po’ anime boy sfortunato e un po’ fan, anzi uno stan – che è una crasi tra fan e stalker, come spiegava su Rivista Studio Pietro Minto, ed è una figura centrale nella nostra nuova cultura della celebrità – anche il Simp è molto preso in giro su internet, perché è un sottone, ma la maggior parte delle volte con una tolleranza, una bonarietà e una certa simpatia di fondo – nonostante si possa definire al suo estremo un vero e proprio stalker – che invece non è riservata alla Pick-Me Girl. «Il Pick-Me-ismo è sicuramente radicato nella misoginia interiorizzata e nel desiderio di prendere le distanze dagli archetipi e dagli stereotipi femminili tradizionali che, come ci è stato sempre detto, sono qualcosa di cattivo e negativo», spiega Amy Rosenbluth, ricercatrice presso la McGill University, che ha scritto un’approfondita analisi sulla tendenza #PickMeGirl di TikTok. E ha ragione, ma quel che è interessante nei movimenti di queste tendenze è come spesso finiscano in una sorta di vicolo cieco che da una parte ci ricorda che essere giovani non sempre significa essere all’avanguardia delle tematiche sociali, e dall’altra come i social siano costruiti per polarizzare, estremizzare e infine avvizzire ogni sfumatura di significato. Pick-Me, non importa perché.

Leggi anche ↓
Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo

Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.

La moda è diventata imbarazzante?  

Premi di cui a nessuno fuori da quelle stanze importa molto, un generico e sempre più spiccato distacco dalla realtà, gli evidenti problemi con i corpi delle donne: come un sistema intero sta affrontando questi anni difficili (spoiler: abbastanza male).

Anche stavolta il premio di Designer of the Year l’ha vinto Jonathan Anderson

È la terza volta consecutiva, stavolta ha battuto Glenn Martens, Miuccia Prada, Rick Owens, Martin Rose e Willy Chavarria.

Il nuovo progetto creativo di Maison Valentino realizzato con l’AI è la dimostrazione che analogico e digitale possono convivere

Per farlo, il brand ha reclutato nove artisti digitali che hanno trasportato la borsa DeVain in universi alternativi

Tailoring Legends e gli 80 anni di Brioni

Dal debutto nel 1945 a Roma fino a oggi, da Clark Gable a Bret Easton Ellis, vi raccontiamo la mostra organizzata al Chiostro del Bramante per celebrare la storia del brand.

Cos’è il fandom nel mondo della moda?

Se lo è domandato Fanverse! - The fashion code, l’osservatorio annuale di Hello che analizza come sta cambiando in Italia l’attitudine dei consumatori – e quindi anche i loro acquisti – proprio attraverso i fandom.