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Anatomia di una caduta è la vera sorpresa delle nomination agli Oscar

Sono state annunciate le candidature per la 96esima edizione degli Academy Award, che si terranno il 10 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles. Tutto secondo le previsioni, con due notevoli eccezioni: le cinque candidature ricevute da Anatomia di una caduta (Miglior film, Miglior regia, Miglior sceneggiatura originale, Miglior attrice protagonista per Sandra Huller e Miglior montaggio) e le due (Miglior film e Miglior sceneggiatura originale) per Past Lives, opera prima di Celine Song, che arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 14 febbraio (negli Stati Uniti è uscito nello scorso giugno ed è finito in cima a praticamente tutte le liste dei migliori film del 2023). Delle nomination di Anatomia di una caduta sarà entusiasta la commissione francese incaricata di scegliere il candidato del Paese per la categoria Miglior film internazionale (ne avevamo scritto qui), che al film di Justine Triet ha preferito La Passion de Dodin Bouffant, escluso dalla cinquina finale nella quale è invece rientrato – a sorpresa ma non così a sorpresa – Io capitano di Matteo Garrone.

L’unica altra sorpresa è la mancata candidatura di Margot Robbie per il premio alla Miglior attrice protagonista: Barbie è uno dei due film dell’anno, Ryan Gosling ha buone possibilità di vincere la statuetta per il Miglior attore non protagonista, America Ferrera è stata candidata come Miglior attrice non protagonista, tutte le nomination previste (Miglior film, Miglior sceneggiatura non originale, Miglior canzone originale, Migliore scenografia e Migliori costumi) sono arrivate. Potrebbe recriminare anche Greta Gerwig, non inserita nella cinquina della Miglior regia, ma nell’ultimo periodo le sue quotazioni erano scese e la sua assenza nella lista è una stranezza più che una sorpresa. Tutto secondo i piani invece per Oppenheimer: dodici candidature, frontrunner in praticamente tutte le categorie maggiori, con Cillian Murphy favoritissimo tra i migliori attori protagonisti.

Dietro Oppenheimer ci sono poi tutti gli altri: soprattutto Poor Things, che in Italia arriva il 25 gennaio, premiato con 11 candidature tra le quali Miglior film, Miglior regia, Miglior attrice protagonista (Emma Stone), Miglior attore non protagonista (Mark Ruffalo) e Miglior sceneggiatura non originale. Subito dietro Killers of the Flower Moon, dieci candidature che fanno di Martin Scorsese il regista più candidato della storia dell’Academy, Lily Gladstone avanti a tutte le altre nella categoria Miglior attrice protagonista, manca la nomination di Leonardo DiCaprio ma c’è abbastanza a sorpresa quella di Robert De Niro tra i Migliori attori non protagonisti. Anche quest’anno Bradley Cooper è riuscito a inserirsi nella corsa agli Oscar con il suo Maestro, film disponibile su Netflix che però difficilmente gli farà vincere qualcosa: sette nomination ma nessun premio in vista, con internet che gli si è rivoltata contro definendolo “il grande vanesio di Hollywood” (in Maestro fa tutto lui: produce, dirige, interpreta). Infine, il vero underdog di questa edizione degli Oscar: American Fiction, adattamento del romanzo omonimo di Percival Everett, che potrebbe portare due dei suoi protagonisti – Jeffrey Wright e Sterling K. Brown – alla loro prima statuetta.