Il progetto editoriale dell'ex direttore di British Vogue dimostra come la percezione delle pagine pubblicitarie sulle riviste sia sensibilmente cambiata nel corso degli anni.
Il figlio del fondatore di Mango sarebbe sospettato nell’indagine sulla morte del padre
Lo riportano i quotidiani El Pais e La Vanguardia: la polizia starebbe verificando delle supposte incongruenze nelle dichiarazioni di Jonathan Andic relative alle circostanze della morte del padre Isak.

Il fondatore di Mango, il magnate Isak Andic, è morto lo scorso 14 dicembre a seguito di una caduta durante una scalata con suo figlio, in Spagna. Inizialmente la morte dell’imprenditore turco di origine ebraico-sefardita era stata archiviata come accidentale, ma di recente pare che le autorità comincino a pensarla diversamente. Il figlio 44enne Jonathan, l’unica persona con lui al momento dell’incidente, e quindi ascoltato come testimone, aveva inizialmente detto agli inquirenti che era davanti al padre quando ha sentito un rumore di rocce che cadevano, ed essersi girato nel momento nel quale Isak stava scivolando. Secondo la Bbc il proprietario della catena di fast fashion iberica nata nel 1984 a Barcellona sarebbe precipitato in una gola per circa 150 metri nell’area di Monserrat, nota per le sue caverne assai profonde. Dopo l’invio di un elicottero specializzato per il recupero dei dispesi nelle aree di montagna, la morte del 71enne, è stata poi confermata dal primo ministro del paese Pedro Sanchez, che ha espresso cordoglio. «Esprimo tutto il mio affetto e la mia riconoscenza al tuo grande lavoro e alla tua visione aziendale, che hanno trasformato la Spagna in un leader mondiale nel campo della moda» .
Jonathan, che dopo la morte del padre ha assunto il ruolo di vice presidente nel Mango Fashion Group e presidente della holding MNG, lavora nell’azienda dal 2005. Era stato interrogato già due volte tra dicembre e gennaio dai Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana – essendo lì avvenuto l’incidente – ma il caso era stato chiuso per mancanza di prove. E invece, negli ultimi giorni alcuni elementi sembrano aver fatto prendere una direzione diversa alle indagini: a riportarlo sono i quotidiani El Pais e La Vanguardia.
Da una parte c’è la testimonianza di Estefania Knuth, compagna del defunto, che ha parlato di rapporti tesi tra padre e figlio e divergenze nella gestione dell’azienda. Dall’altra, gli interrogatori di Andic, ritenuti incoerenti dal tribunale di Martorell che lo ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario. Tra le contraddizioni evidenziate ci sarebbe il fatto che Andic ricordava non correttamente il luogo dove era stata parcheggiata l’automobile, e ha asserito di non aver scattato fotografie quella giornata, per poi scoprire che invece delle fotografie esistevano. Dettagli che hanno portato la giudice istruttrice a riaprire il fascicolo. In una dichiarazione ufficiale data alla Reuters, la famiglia ha detto che «continuerà a cooperare, come fatto sino ad oggi, con le autorità competenti. Inoltre la famiglia è fiduciosa che questo processo sarà concluso il prima possibile e che proverà l’innocenza di Jonathan Andic».