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23:50 martedì 1 luglio 2025
L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto Lo ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.
Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.
A Bologna hanno istituito dei “rifugi climatici” per aiutare le persone ad affrontare il caldo E a Napoli un ospedale ha organizzato percorsi dedicati ai ricoveri per colpi di calore. La crisi climatica è una problema amministrativo e sanitario, ormai.
Tra i contenuti speciali del vinile di Virgin c’è anche una foto del pube di Lorde Almeno, secondo le più accreditate teorie elaborate sui social sarebbe il suo e la fotografia l'avrebbe scattata Talia Chetrit.
Con dei cori pro Palestina e contro l’IDF, i Bob Vylan hanno scatenato una delle peggiori shitstorm della storia di Glastonbury Accusati di hate speech da Starmer, licenziati dalla loro agenzia, cancellati da Bbc: tre giorni piuttosto intensi, per il duo.

La New York di oggi, immaginata nel 1962

14 Giugno 2012

Come immaginavamo il 21° secolo nel 1960? Spesso ci siamo imbattuti in un futuro fatto di veicoli volanti, grattacieli futuristici e altre invenzioni tipicamente sci-fi che non si sono poi mai realizzate. Questo è un articolo del celebre New York Times Magazine, datato 1962 e redatto dall’allora sindaco, che descriveva (a dire il vero, molto più verosimilmente) la Grande Mela del 2012 (su retronaut.co si possono vedere le immagini in alta definizione). Fu steso in occasione dell’apertura della Philarmonic Hall del Lincoln Center. Così scriveva Robert F. Wagner, che ricoprì il mandato per tre mandati dal 1954 al 1965:

«Alla luce della nostra padronanza su materiali e tecniche, praticamente tutto è possibile, fisicamente e tecnologicamente (…). Possiamo tranquillamente affermare che nel 2012 New York sarà una città dove le razze e le nazionalità si incontrano e mescolano liberamente (…). Ancora più che oggi, lo spirito prevalente nella città sarà quello dell’impresa individuale, dell’opportunità economica, del fermento sociale e del “cultural excitement”».

«Non credo» continua il Wagner «che più di 8 milioni di persone – l’attuale popolazione di New York – potranno vivere negli odierni confini dei cinque quartieri. Infatti Manhattan, parte di Brooklyn e il Bronx potrebbero essere, in una qualche maniera, decongestionati (…). Quelle che oggi chiamiamo periferie saranno quasi interamente integrate nella città, almeno per quanto riguarda la densità abitativa (…). Ney York City sarà il nucleo di una grande città tri-statale (New York, New Jersey e Connecticut, ndr) con una popolazione variabile dai 25 ai 50 milioni di persone».

«Molti New Yorkers potrebbero ormai spostarsi dalla periferia alla città (…) con veicoli “rocket-powered” sospesi su monorotaie, o su grossi elicotteri a decollo verticale».

L’analisi dell’allora sindaco si snoda poi verso l’argomento media, prevedendo molti meno giornali ma con una maggiore diffusione, e una grande copertura televisiva. Tutto sommato previsioni non troppo irrealistiche, quelle di Robert F. Wagner. Un unico punto è sfuggito alla sua analisi: si chiama internet.

(via Retronaut.co)

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