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Capelloni di destra

Sono anni che proviamo a spiegarci i successi elettorali di personaggi come Trump e adesso Milei e Wilders. Ma forse la risposta è sempre stata davanti a noi: bastava guardare i loro capelli.

di Antonio Pascale

Magari alla fine la colpa è del duo Socrate/Platone. Forse, sì. Ma ci arriviamo. Insomma, l’avreste mai detto che tre leader di destra – molto di destra – fossero tutti e tre accomunati da un improbabile taglio di capelli? Javier Milei, detto el Loco, Geert Wilders e ovviamente Donald Trump? L’avreste mai detto che El Loco e Geert Wilders avrebbero vinto? Con quei capelli? Sì, certo vincere una cosa, governare un’altra. Difatti entrambi non hanno ancora sufficiente sostegno politico, Javier Milei dovrà crearsi una coalizione che gli consenta di governare, e pure Geert Wilders al momento controlla appena 37 seggi su 150. Per formare una maggioranza ne servono almeno 76 e nessun partito al momento manifesta il desiderio di fare alleanze con il biondo cotonato. Ma intanto, chi l’avrebbe detto?

Aspettando Trump, un altro di cui dicevamo con quei capelli, ma dai, dove vuole andare, e poi è successo tutto quello che è successo e abbiamo detto: dopo tutto quello che è successo ormai è finito. E invece… E invece, mi sa che la colpa è del duo Socrate/Platone, la magnifica coppia. Ma ci arriviamo. Chi è della leva degli anni ’60, come me, in genere ricorda quelli di destra come ordine e disciplina. Erano quelli ben vestiti, ordinati, precisi, cravatta. Al massimo si concedevano la barba e il pizzetto, ma il taglio di capelli, quello, era serio, squadrato. Tagliati i capelli! È forse la frase che ho sentito più spesso nelle discussioni (tagliarsi i capelli, rasarsi a zero è stato un incubo per chi andava sotto la leva. Non per niente, Full Metal Jacket inizia con i protagonisti che vengono rasati a zero). Quelli di sinistra erano capelloni, disordinati, mezzi hippy e quelli di destra no, erano ordinati. Quelli di sinistra sembrano suggerire alla massa: noi all’aspetto fisico non ci pensiamo perché abbiamo cose più importanti a cui pensare e si vede, e quelli di destra al contrario dicevano chi veste disordinato pensa disordinato.

E ora? Ora eccoli qua, Javier Milei sembra Wolverine. E Wolverine piace un sacco, anzi della schiera inesauribile degli eroi Marvel è uno di quelli che suscita molto entusiasmo. L’ha detto anche Lilia Lemoine, in una recente intervista a Buenos Aires, lei è una cosplayer professionista (lo è anche El Loco) che tra l’altro appresso a El Loco è diventata deputata. Mi sono andato a leggere l’intervista e dice Lemoine: «Wolverine è molto leale e coraggioso… Può arrabbiarsi davvero ed essere aggressivo con i suoi nemici – ma solo quando viene attaccato. Non ucciderà mai qualcuno né attaccherà qualcuno senza motivo». Quindi è vero, non fate incazzare il cavaliere nero, ma Milei ha anche un lato tenero. E i capelli sono lì a sottolinearlo, capite l’importanza del taglio?

Del resto, la destra non è più quella che i commentatori in vena di sfottò dipingevano come militaresca, rigida, bacchettona, borghese, doppiopetto. Sono anni che tutto è cambiato. Prendete il caso dei Boogaloo boys. Estrema destra libertaria, come Javier Milei: odiano i diversi, i non bianchi, fanno a botte, sono violenti. Ebbene, questi vestono con le camicie hawaiane, colorate e festose, roba che fino a qualche decennio fa, non appena incontravi uno vestito con i motivi floreali hawaiani, ti veniva naturale abbracciarlo, sicuro era uno love and peace e fumo e birra e musica psichedelica californiana anni ’60. Di che parlavi con lui? Di viaggi interstellari, amore libero. Ora al contrario devi scappare. Vero, i Boogaloo boys giocano con le immagini, prendono i pattern floreali tutte palme e introducono unicorni, clown, igloo e altro, ma, appunto, così facendo creano dissonanze, sembrano dadaisti. Da una parte rompono con il passato bacchettone e rigido, del tipo tagliati i capelli, dall’altra ci dicono: noi siamo aperti con la mente, conteniamo moltitudini. Aperti con la mente non significa essere inquieti e curiosi ma significa credere alle sirene, come disse una deputata dei Cinque Stelle, quella convinta dell’esistenza delle sirene: gli altri credono nel visibile, noi aspiriamo al sogno. Così disse dopo che le fecero notare che una fotografia che raffigurava le sirene sullo scoglio era un fake grossolano. Mica disse: scusate sono ingenua. Tutt’altro.

Ma del resto, voi pensate che il mondo sia logico e razionale. Voi pensate che dobbiate misurare tutto, voi siete quelli tutto ordine e disciplina, noi sogniamo, siamo Wolverine e abbiamo i capelli che lo dimostrano: siamo dissonanti col (vostro) pensiero borghese. I capelli sono il segno di diversità che ci contraddistingue: siamo oltre il giorno lucido e solare, siamo notturni e desideranti, diciamo quello che tutti pensano ma che l’ansia della civilizzazione ci ha impedito di dire. Newton vuole misurare il seno delle donne, noi vogliamo toccarlo, dicevano gli anti-newtoniani romantici del tempo al povero matematico che si era fatto il mazzo per scoprire come funziona il mondo e aveva scritto un libro di rara bellezza.

I capelli che a noi fanno ridere servono proprio a ricordare agli astanti, ai votanti scocciati e disillusi, ma pure a quelli che non si sono mai impegnati più di tanto a misurare, valutare, analizzare, ma hanno preferito fare di tutta l’erba un fascio, seguire l’onda l’emotiva senza contrastarla, rubricare in grandi numeri fenomeni complessi, insomma servono a ricordare che loro, i capelloni, sono oltre, non convenzionali, romantici, ultra tutto, non pensano in modo comune, loro la sparano grossa o prendono la motosega, sostengono che la Terra è piatta e ferma e il cielo si muove avendo come leva l’Orsa maggiore e che Putin, grazie agli extraterrestri che gli hanno parlato, milita tra le forze del bene.  Dissonanti come sono ci dicono vieni con noi e sognerai, vieni con noi e non dovrai subire gli sfottò di quelli che si leggono i giornali patinati, vieni con noi, perché il capello cotonato mica solo è un patrimonio della sinistra alla Giorgio Strehler, no quando mai, appartiene anche alla destra ma invece della fuffa teatrale nasconde un taglio sovversivo, nel senso che il pensiero è così vulcanico, fuori dagli schemi che muove il capello, lo anima: venite con noi, conquisteremo il potere, il Campidoglio e vedrete pure le sirene.

La colpa è tutta del duo Socrate/Platone. Ci avevano quasi indicato la strada: per essere felici bisogna fare delle buone scelte. Per fare delle buone scelte ci vuole un metodo. Per avere un buon metodo bisogna imparare a ragionare. Invece di buttarla sull’emozione, invece di sollecitare le istanze tragiche che sono in noi, invece di inventare Antigoni (un personaggio citato sempre a sproposito, in maniera intollerabile, senza mai considerare il contesto, senza mai prendere sul serio il povero Creonte, senza mai voler affrontare il dilemma che Creonte espone: con che faccia dico a quelli che sono morti per difendere la città, cioè la comunità, che devo seppellire tuo fratello come seppellisco quelli che sono morti per combattere tuo fratello?), Socrate/Platone ci dicono: ragazzi, calma! Se ragioniamo questo fatto ce lo spieghiamo.

La magnifica coppia pensava che la buona discussione fosse la base della democrazia (rispetto delle argomentazioni dell’avversario, costante desiderio di misurare e non di sparare sofismi) e pure tanti di noi l’hanno pensato. Purtroppo, sbagliando: non siamo razionali, tutt’altro, lo siamo per brevi periodi, per il resto, ragionare stanca, è scocciante e impegnativo non ci permette di dire siamo tutti qui in piazza. Siamo bellissimi, guardate le mie Storie. Le sirene, Wolverine, i simboli come la motosega ci levano il pensiero di discutere e analizzare caso per caso, di metterci in discussione, di dire ho sbagliato e i fatti lo dimostrano. I capelli cotonati, le camicie hawaiane rivisitate, il dadaismo simbolico e sofista dimostrano che la confusione è anti borghese, è anti per eccellenza: anti casta, anti Newton, anti scienza, anti ragionamento.

Purtroppo, i due hanno sopravvalutato la nostra intelligenza. Il mondo si è parecchio complicato e noi siamo ancora parecchio umani, dunque subiamo gli influssi della dissonanza cognitiva, non ci capiamo più niente. Poi, appunto, capire stanca: se devi studiare mica puoi sempre postare le tue opinioni in giro. Hanno vinto i nuovi sofisti con i loro capelli strambi e ne subiremo le conseguenze, invecchieremo e cercheremo sempre di più protezione nel Wolverine di turno, peccato che non assomigli più all’eroe della nostra infanzia. Che peccato, c’è ancora tanto da conoscere, tante persone da amare, tanta inquietudine da incanalare con gioia e con metodo, tante cose da scoprire e migliorare, ma noi cominciamo a preferire tutto ciò che è riconoscibile e scontato e fantasioso: tutto ciò che si taglia con la motosega.