La serie, con protagoniste Sarah Snook e Dakota Fanning, sembra un thriller ma in realtà è tutta una grande storia sulla sisterhood che vince sempre. E sull'impossibilità degli uomini di uscire puliti da qualsiasi situazione.
È in lavorazione un sequel del Diavolo veste Prada in cui Miranda Priestly cade in disgrazia
Secondo l’affidabilissimo Jordan Ruimy di WorldofReel, per il sequel del Diavolo veste Prada si dà già (quasi) per certo il ritorno sia di Emily Blunt che di Meryl Streep. Resta dunque la terza e ultima parte della santissima trinità che fece l’immensa fortuna del film nel 2006, cioè Anne Hathaway. Al momento non c’è nessuna conferma della sua partecipazione, i fan preoccupati sono andati a ripescare un’intervista dello scorso aprile in cui Hathaway – in quel momento impegnata nel tour promozionale di The Idea of You – diceva che secondo lei sarebbe stato meglio «non sperarci troppo», nel sequel del Diavolo veste Prada. Rivedendo questa intervista, in tanti hanno pensato che forse Hathaway invitava a non avere speranza non tanto nel film quanto nella sua partecipazione allo stesso.
In ogni caso, non serve a granché parlare degli assenti, meglio concentrarsi sui presenti. Di Streep e Blunt abbiamo detto, aggiungiamo anche il ritorno della sceneggiatrice Aline Brosh McKenna. Il sito Puck – secondo il quale la vera protagonista del sequel sarà Emily – ha pubblicato anche un brevissima sinossi, che dice questo: «La carriera di Miranda va male, questo la costringe a rivolgersi a Emily, che adesso è una importante dirigente di un grande azienda del lusso dei cui soldi Miranda ha un disperato bisogno». Vista questa premessa, si può dire che il film è improntato a un certo qual realismo: non c’è un direttore di giornale al mondo che non abbia un disperato bisogno di soldi, in questo momento.
Al momento, tutte le certezze disponibili sul film sono queste. Sappiamo che a produrre il tutto sarà Wendy Finerman, vincitrice dell’Oscar per il Miglior film con Forrest Gump. Assieme a lei ci sarà Disney, che però al momento non ha concesso nessuna dichiarazione ufficiale a riguardo.
C'è la sua firma su 1992, Gomorra, The Bad Guy, Esterno notte, Il traditore e Il maestro. E adesso anche su una delle sorprese di questo anno cinematografico: Breve storia d'amore, la sua opera prima da regista.
Il film con cui Jim Jarmusch ha vinto il Leone d'oro a Venezia è un'opera apparentemente "piccola" che però affronta il mistero più grande di tutti: cosa passa per la testa dei nostri genitori? E per quella dei nostri figli?