E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid
Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La pandemia ha avuto un impatto profondo sul cinema, che ancora si fa sentire. Con i cinema chiusi o aperti pochissimo per oltre un anno e mezzo, decine di film hanno perso la possibilità di essere distribuiti in sala o sono stati visti da pochissimi e coraggiosi spettatori. Per questo motivo alcune distributori indipendenti negli Stati Uniti hanno deciso di allearsi per riportare in sala una serie di film usciti durante la pandemia ma passati quasi inosservati. A riportare la notizia è Variety, che spiega anche che questa sorta di rassegna inizierà a dicembre in un circuito di sale selezionate.
Tra i film perduti a causa del Covid figurano titoli osannati dalla critica e amati dai pochi cinefili che sono riusciti a recuperarli, e che secondo i distributori meritano di essere visti così come originariamente pianificato: sul grande schermo. Il film più atteso tra quelli che torneranno in sala è Red Rocket, il film del regista premio Oscar Sean Baker, quello precedente ad Anora. Passato per il Festival di Cannes in piena pandemia, è considerato la “premessa” della pellicola che ha sbancato agli Oscar 2025. Baker infatti esplora ancora una volta il mondo dei sex worker: il protagonista è una pornostar squattrinata che torna nella sua città natale e scopre una ragazza che spera di lanciare come star dei film a luci rosse. Altro film molto amato, di culto, è First Cow di Kelly Reichardt, una sorta di versione “gentile” di un film western ambientato nell’Oregon del 1820 che vede per protagonisti due ladruncoli e una vacca.
Questo trend dei ritorni in sala nasconde in realtà un test di natura commerciale. Secondo uno studio di settore del 2025 citato da Variety, tra quanti vanno al cinema abitualmente c’è molta disponibilità a vedere un film “vecchio” in sala, specie se ha un buon passaparola, proprio per avere la possibilità di goderselo su grande schermo.
È il più “schivo” dei musicisti italiani, evita l'autopromozione e limita moltissimo anche i live. E nonostante questo, il suo Una lunghissima ombra è stato uno dei dischi più attesi del 2025. Lo abbiamo intervistato nel nuovo numero di Rivista Studio, che esce oggi.