Hype ↓
19:41 venerdì 24 ottobre 2025
Yorgos Lanthimos ha detto che dopo Bugonia si prenderà una lunga pausa perché ultimamente ha lavorato troppo ed è stanco Dopo tre film in tre anni ha capito che è il momento di riposare. Era già successo dopo La favorita, film a cui seguirono 5 anni di pausa.
Al caso del furto al Louvre adesso si è aggiunto uno stranissimo personaggio che forse è un detective, forse un passante, forse non esiste È stato fotografato davanti al museo dopo il colpo, vestito elegantissimamente, così tanto che molti pensano sia uno scherzo o un'immagine AI.
L’azienda che ha prodotto il montacarichi usato nel colpo al Louvre sta usando il furto per farsi pubblicità «È stata un'opportunità per noi di utilizzare il museo più famoso e più visitato al mondo per attirare un po' di attenzione sulla nostra azienda», ha detto l'amministratore delegato.
I dinosauri stavano benissimo fino all'arrivo dell'asteroide, dice uno studio Una formazione rocciosa in Nuovo Messico proverebbe che i dinosauri non erano già sulla via dell’estinzione come ipotizzato in precedenza.
Nelle recensioni di Pitchfork verrà aggiunto il voto dei lettori accanto a quello del critico E verrà aggiunta anche una sezione commenti, disponibile non solo per le nuove recensioni ma anche per tutte le 30 mila già pubblicate.
Trump ci tiene così tanto a costruire un’enorme sala da ballo alla Casa Bianca che per farlo ha abbattuto tutta l’ala est, speso 300 milioni e forse violato anche la legge Una sala da ballo che sarà grande 8.361 e, secondo Trump, assolverà a un funzione assolutamente essenziale per la Casa Bianca.
L’episodio di una serie con la più alta valutazione di sempre su Imdb non è più “Ozymandias” di Breaking Bad ma uno stream di Fortnite fatto da IShowSpeed Sulla piattaforma adesso ci sono solo due episodi da 10/10: "Ozymandias" e “Early Stream!”, che però è primo in classifica perché ha ricevuto più voti.
Sono passati 26 anni dai Soprano e finalmente David Chase si è deciso a fare una nuova serie tv Racconterà la storia del famigerato programma MKUltra della Cia, una serie di angoscianti esperimenti sugli esseri umani per ottenere il "controllo della mente".

Gae Aulenti a grandezza naturale

Apre oggi in Triennale Milano un’ampia retrospettiva dedicata all’architetta, un percorso espositivo costituito da ambienti in scala 1:1 tra disegni, fotografie e maquette.

22 Maggio 2024

L’architettura non è scenografia. Il design non è decorazione. È con questi due principi che Gae Aulenti ha lavorato ogni giorno e che contraddistinguono il rigore progettuale di tutta la sua produzione. La sua opera, alimentata da una riflessione sulla cultura unita a una tensione democratica ispirata ai valori della Costituzione, è stata costantemente orientata a dimostrare che architettura e design sono discipline che hanno regole e finalità precise. La sostanza per queste ragioni viene prima della forma, quest’ultima è sempre l’esito di un processo dove lo studio precede la creatività, non negandola. «Architetto, senza alcun dubbio, ma anche una designer, una scenografa, una progettista, una curiosa, una fumatrice, una donna, una lettrice instancabile, una nonna, una viaggiatrice» – come scrive Nina Artioli sul catalogo Omaggio a Gae Aulenti (Corraini Edizioni, 2016) della mostra alla Pinacoteca Agnelli di Torino – Gae Aulenti è stata un personaggio poliedrico del ‘900 e del secolo attuale.

I riconoscimenti internazionali ricevuti (tra gli altri Chevalier de la Legion d’Honneur nel 1987, Cavaliere di Gran Croce conferitole nel 1995) sono un’ulteriore dimostrazione che il suo lavoro, non solo ha aperto nuovi scenari della professione, ma è stato un contributo alla costruzione delle culture italiana ed europea intese nelle loro dimensioni plurali e in divenire. Gae Aulenti nasce nel 1927 a Palazzolo dello Stella in provincia di Udine e muore nel 2012 a Milano, sceglie quest’ultima per gli studi in architettura motivata dal desiderio di contribuire alla ricostruzione del Paese devastato dalla guerra; a Brera la sua casa-studio è oggi sede dell’Archivio Gae Aulenti.

Triennale Milano, dopo la mostra del 2013 Gae Aulenti. Gli oggetti e gli spazi curata da Vanni Pasca, allestimento di Gae Aulenti Architetti Associati, e dopo aver ospitato la proiezione nel 2023 Sinceramente Gae di Didi Gnocchi e Matteo Moneta nell’ambito di Milano Design Film Festival, le dedica Gae Aulenti, un’ampia prospettiva dal 22 maggio 2024 al 12 gennaio 2025. Curata da Giovanni Agosti con Nina Artioli e Nina Bassoli, l’allestimento di Tspoon prevede un percorso espositivo costituito da ambienti in scala 1:1 grazie ai materiali originali conservati nell’Archivio Gae Aulenti tra disegni, fotografie e maquette. La nuova grande mostra rappresenta la possibilità inedita di immergersi nel suo lavoro nel luogo che la vide protagonista nel 1990 con il rinnovamento strutturale degli spazi firmato con Umberto Riva, poi nel 1994 con la Galleria per Esposizioni Temporanee e infine nel 2012 quando ricevette la Medaglia d’Oro alla Carriera. Gae Aulenti non è stata solo l’architetto – diceva sempre «sono una donna, ma sono un architetto» – del Museé d’Orsay (1986) di Parigi o di piazza Cadorna (2000) di Milano o del Museu Nacional d’Art de Catalunya (1985-2004) a Barcellona. Ha firmato progetti straordinari come Palazzo Grassi (1986), le stazioni Museo e Dante (2001) della metropolitana e il ridisegno delle piazze Cavour e Dante a Napoli, Palazzo Pubblico (1996) di San Marino, Spazio Oberdan (1999) di Milano, l’Aeroporto di Perugia (2012), Palazzo Branciforte (2012) a Palermo.

Mai esuberante, sempre attenta a cercare l’essenza della cultura nella “diffusa qualità del paesaggio”, per Gae Aulenti il progetto di architettura è un fatto relazionale, diceva infatti «quando si costruisce all’interno di una città non c’è possibilità di autonomia». Per queste ragioni non si è mai autorappresentata, non rinunciando per questo a inserire nei suoi edifici elementi riconoscibili della sua ricerca estetica, sempre come proposta complementare al contesto. A volte era una componente strutturale, la forma dei tetti delle passerelle di piazza Cadorna o della biblioteca Tilane di Paderno Dugnano; altre volte un materiale come il legno dell’arredamento di Palazzo Pubblico e di Spazio Oberdan; o un colore, il suo rosso “acceso”, come diceva lei, dei pilastri in cemento armato dell’aeroporto umbro o dei rivestimenti dell’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo (2005).

Gae Aulenti ha creduto nei suoi progetti in ogni fase del suo lavoro e li ha difesi con la forza della sua coerenza. Alcuni ricorderanno quando invitava il personale di Spazio Oberdan a non introdurre nuovi elementi di arredo nella hall o quando si scontrò con il Comune di Milano per aver messo le luci di Natale sull’opera Ago, filo e nodo di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen in Piazzale Cadorna riuscendo a farle rimuovere. Le opere d’arte per lei erano parte del progetto, così come la scelta degli artisti – come Ignazio Moncada per Palazzo Branciforte – non è mai stata casuale. In un momento nel quale si pensa alla tradizione come qualcosa di statico, il lavoro di Gae Aulenti è un invito a esplorare questo concetto attraverso la conoscenza e quindi la cultura. Diceva «la tradizione non è qualcosa che si riceve in eredità, ma qualcosa che si costruisce ogni giorno». Da qui la dimensione durevole del progetto e quindi anche dell’oggetto come «idea profonda e morale» (Gae Aulenti, Vedere molto, immaginare molto, Edizioni di Comunità, 2021), il valore della pace perché la costruzione di muri «non è possibile!», il museo come «luogo di alta pedagogia», la sua attenzione all’educazione con i progetti di Città Studi (1987) di Biella e della Scuola Materna E. Agnelli (2004) di Villar Perosa.

La sua coerenza l’ha espressa anche nel design. Ogni suo oggetto nasce sempre in relazione ad un luogo rispondendo quindi a precise esigenze. Se lo stile neoliberty della Pipistrello (Martinelli Luce, 1965) o il ready-made di Tavolo con ruote (FontanaArte, 1980) spopolano oggi sui social, un progetto innovativo per forma e funzione è il Cestello (iGuzzini, 1980; a breve tornerà in produzione). Disegnato con Piero Castiglioni per Palazzo Grassi è stato poi introdotto per la sua versatilità in altri spazi espostivi come la Metropolitana di Napoli. Oggi, tra gli altri, lo si trova ancora alle Scuderie del Quirinale anche se utilizzato – scorrettamente – come supporto di nuovi faretti. Purtroppo, a volte, capita che il nuovo cancelli le tracce del passato. Spazio Oberdan è stato smantellato per far posto al MEET Digital Culture Center, Palazzo Grassi è stato riprogettato. Non per tutti innovazione e contemporaneo devono proporsi nel rispetto e in complementarietà con il contesto e la storia. Per Gae Aulenti questi valori sono stati imprescindibili. Questa è la straordinaria eredità che lascia.

Immagine: Sezione dell’Italia – Seconda parte: l’equilibrio perduto – Terzo settore: L’arrivo al mare – Gae Aulenti (1964)
Articoli Suggeriti
Frank Westerman ha portato il reportage narrativo fino alla fine del mondo

Il giornalista ci parla del suo nuovo libro, Bestiario artico, in cui usa gli animali del Polo Nord per collegare i diari di esplorazione del XVI secolo con le trasformazioni ambientali, geopolitiche e culturali del presente.

Nella Gioia di ieri di Elena Stancanelli ci sono tre romanzi: uno sull’amicizia, uno sul sesso e uno sulla morte

E non basta: dentro c'è anche l'amore per gli animali domestici, modi meno malsani di prendersi e lasciarsi, e incontro tra generazioni. Ne abbiamo parlato con l'autrice.

Leggi anche ↓
Frank Westerman ha portato il reportage narrativo fino alla fine del mondo

Il giornalista ci parla del suo nuovo libro, Bestiario artico, in cui usa gli animali del Polo Nord per collegare i diari di esplorazione del XVI secolo con le trasformazioni ambientali, geopolitiche e culturali del presente.

Nella Gioia di ieri di Elena Stancanelli ci sono tre romanzi: uno sull’amicizia, uno sul sesso e uno sulla morte

E non basta: dentro c'è anche l'amore per gli animali domestici, modi meno malsani di prendersi e lasciarsi, e incontro tra generazioni. Ne abbiamo parlato con l'autrice.

Sono passati 26 anni dai Soprano e finalmente David Chase si è deciso a fare una nuova serie tv

Racconterà la storia del famigerato programma MKUltra della Cia, una serie di angoscianti esperimenti sugli esseri umani per ottenere il "controllo della mente".

Il Mostro di Stefano Sollima è il contrario di un true crime e funziona proprio per questo

La miniserie in quattro parti, presentata a Venezia e appena arrivata su Netflix, non dà la caccia a un colpevole né prova a risolvere il mistero. Si concentra sulla confusione, l'angoscia, la violenza e sulle vittime, soprattutto le donne.

Per due volte la Rai ha prima annunciato e poi cancellato la trasmissione di No Other Land e non si sa ancora perché

È successo il 7 ottobre e poi di nuovo il 21. Al momento, non sappiamo se e quando il film verrà reinserito nel palinsesto.

After the Hunt di Luca Guadagnino è come una lunghissima conversazione che non porta a nulla

Il suo nuovo film, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e nelle sale dal 16 ottobre, è la sua opera più politica. Oltre che quella meno riuscita.