Stili di vita | Coronavirus

Il mondo per una cassetta di verdura

Durante il nostro isolamento abbiamo scoperto il piacere di mangiare ortaggi di stagione, grazie ai servizi di consegna a domicilio.

di Corinne Corci

Foto della cassetta Mix ortaggi per la settimana di Pasqua" del Contadino Online

In origine fu un uovo, che non c’era. Nemmeno uno. Nell’arco temporale di un solo pomeriggio ogni esemplare che fosse d’allevamento all’aperto, biologico, a terra, in gabbia, di gallina, oca, faraona, sembrava essere scomparso da Milano tra le maglie di quella gastronomia domestica improvvisata, nata ed evolutasi dai primi giorni di isolamento. «Uova, acqua, vino e verdure, soprattutto patate. All’inizio della quarantena abbiamo consegnato ininterrottamente solo questo», tanto che Massimiliano Bonfanti, fruttivendolo storico di via Meda proprietario del Frutteto Bonfanti ha dovuto recapitare le sue cassette di alimenti a kilometro zero anche nel week end: «Nei grandi supermercati erano terminati, e noi abbiamo iniziato a ricevere una telefonata al minuto». La confezione da dieci di uova è comparsa fuori dalla mia porta 48 ore dopo averla ordinata sul Contadino online, insieme alla cassetta mista di ortaggi da 7kg, con verdure che credevo esistessero solo nei libri di cucina di Pellegrino Artusi del 1891. «Non siete curiosi di sapere come si cucinano le diverse varietà di radicchio nelle più sfiziose ricette della cucina etnica e regionale?», si trova digitando “cos’è il radicchio rosso di Chioggia e cosa cambia da un radicchio normale”. Perché anche se mai avrei pensato che sarei stata curiosa di conoscerne i segreti per la cottura perfetta, o quali passaggi occorrano per cucinare le fave di Mondragone, alla fine è capitato: che anche chi fosse solito dipendere dalle insalate preconfezionate si ritrovasse la casa piena di frutta e di verdura di stagione.

È passato quasi un mese (era l’11 marzo) dalla decisione del Governo di chiudere gran parte degli esercizi commerciali, e nonostante le persone abbiano smesso di prendere fisicamente d’assalto le catene della grande distribuzione alimentare, nel caso dei portali d’acquisto online, alcuni problemi sono rimasti, con attese di consegna a domicilio tra Amazon, Glovo, Esselunga e simili che spesso superano la settimana. Per questo in molti hanno trovato la soluzione acquistando dai piccoli produttori, botteghe ed e-commerce dedicati. Usufruendo di quei servizi a domicilio alternativi per procacciarsi pane, latte, legumi, uova ma soprattutto frutta e verdura, che consegnano a Milano e dintorni: in una tendenza che, però, si sta estendendo a livello nazionale e globale. Se in Italia, stando ai dati raccolti da Coldiretti circa i cambiamenti alimentari delle famiglie durante la pandemia, è stato registrato un aumento del 20 per cento della spesa di frutta e verdura solo tra l’8 e il 15 marzo, su Eater Tove Danovich si è chiesto se, almeno su base americana, il Coronavirus possa decretare il successo delle CSA (aziende basate su un modello di agricoltura sostenuta dalla comunità locale) di cui le persone stanno facendo largo uso. «Invece che mettersi in fila per ore prima di entrare in un supermercato e scoprire che ciò che cercavano è già terminato», ha scritto, «molti preferiscono fare affidamento su questo sistema che privilegia i piccoli agricoltori del Massachusetts per esempio, così da ricevere a casa alimenti buonissimi e limitare al massimo l’interazione sociale». Per noi, si è tradotto in un inaspettato e incredibile incremento di ortaggi tra i ripiani dei nostri frigoriferi.

Arriva la cassetta di Agrispesa ed è l’arca perduta, cimento di eroe, ricca di prodotti di agricoltura contadina e organizzata secondo le preferenze di ognuno. Arance Navel, mele Carpendù, aglio Orsino selvatico, cipolle bionde, cime di rapa. Abbiamo deciso di aggiungere al carrello anche gli agretti, anche se mai cucinati prima, perché tanto abbiamo tempo per imparare a farlo, perché abbiamo letto su internet che “è la verdura che sa di primavera”. Perché inconsciamente stiamo espiando la colpa di esserci nutriti per tre pause pranzo su cinque di piadine grondanti di olio scadente fino all’11 marzo, e stiamo iniziando a vedere il nostro isolamento come un’opportunità per mangiare meglio.

«Ma quindi il radicchio lo faccio in padella?», «Sì, oppure al forno, così non sbagli di certo», e invece sbagliamo. Riproviamo, c’è ancora tempo a disposizione per i nostri esperimenti, e c’è così tanta verdura e frutta in casa adesso che potremmo metterci a cantare “Chica Chica Boom Chic” con gli arancini e i limoni in testa come Carmen Miranda. Il brivido del rischio lo offrono le cassette miste già preparate dai rivenditori, con le quali sappiamo che dovremo riuscire a smaltire kili di limoni e di patate Agata. Tanto che le verdure si sono inserite anche nei nostri discorsi, nei nostri show cooking su Facetime, tra amici a distanza, a cucinare insieme versioni personali di fusilli con crema di fave, pomodori verdi fritti seguendo ricette reperite da qualche parte.

I servizi per la consegna di prodotti alimentari a domicilio sono aumentati, così che anche i piccoli negozianti si sono attivati in questo senso. «Il lavoro è triplicato, e abbiamo già un’infinità di ordini per Pasqua», dicono dal chiosco alimentare di via Poliziano a Milano, che ha iniziato a consegnare gratuitamente a domicilio «qualsiasi tipo di alimento, e tantissima verdura», motivo per cui hanno dovuto circoscrivere le zone di consegna per poter rispondere a tutte le richieste. Non solo Agrispesa, il Contadino Online, l’Alveare, che offre i prodotti migliori dagli agricoltori della propria regione. L’Orto di Jack, un grossista ortofrutticolo solitamente dedicato alla ristorazione, per far fronte all’emergenza ha mobilitato tutto il suo personale, al fine di distribuire frutta, verdura, uova legumi e olive per tutto l’hinterland milanese. Che consegna anche il “mango via aerea”, e me lo immagino recapitato come nella scena di Intrigo internazionale, con Cary Grant che scappa inseguito dall’aeroplano.

Esageriamo. Sui portali online compriamo un kilo di topinambur perché questa potrebbe essere la volta buona, il momento giusto per indirizzare i figli verso l’arte del mangiare sano. Perché, come scrive l’Atlantic offrendo una serie di ricette prevalentemente vegetariane, «mangiare ortaggi freschi in questo periodo è confortante. Ed è uno dei pochi atti d’amore per noi stessi che possiamo concederci in assenza di compagnia». Nell’attesa di mangiare con qualcuno come i protagonisti di In the mood for love, che sullo sfondo della progressiva occidentalizzazione di Hong Kong, consumavano insieme piatti a base di frutta e verdura. Anche quelli, rigorosamente a domicilio.