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Il declino delle vendite dei libri di Franzen ci dice qualcosa sull’editoria?

Secondo Alex Shephard di New Republic il ritratto del New York Times Magazine dedicato a Jonathan Franzen, non è soltanto molto acuto e ben scritto (lo firma Taffy Brodessener-Akner) ma rivela anche dati interessanti per capire lo stato di salute dell’editoria. Brodessener-Akner scrive che le vendite dei romanzi di Franzen sono decisamente diminuite dai tempi delle Correzioni. Da quando è stato pubblicato, nel 2001, il romanzo ha venduto 1,6 milioni di copie. Di Libertà, pubblicato nel 2010 e salutato dal New York Times come un capolavoro, sono state vendute circa un milione di copie. Mentre di Purity, uscito due anni fa, sono state vendute soltanto 250 mila copie.

Questi 3 dati rendono evidente il declino di Franzen, un declino che forse ha più a che fare con il suo personaggio pubblico che con la qualità intrinseca dei suoi libri. Certo, il nostro non è mai stato un mostro di simpatia: fin da subito si fece notare, ricorda Shephard, declinando l’invito di Oprah, che aveva scelto di parlare di Le correzioni nel suo influente Book Club. Eppure è stata proprio la mancanza, oggi, di queste grandi “piattaforme di lancio” a nuocere alle vendite di un libro come Purity, che non essendo stato promosso da Oprah (semplicemente perché il suo programma non c’era più) ha venduto un milione di copie in meno rispetto agli altri. La mancanza di personaggi e programmi televisivi così influenti per le vendite dei libri (Shephard cita anche Jon Stewart) è un cambiamento importante.

Ma questo calo nelle vendite di Franzen è anche il risultato di movimenti più ampi che hanno a che fare con il mercato dell’editoria americana. Il report di The Association of American Publishers dell’anno scorso segnalava un calo del 7,8 per cento nelle vendite dei libri per adulti dal 2015 al 2016, e un calo del 23 per cento dal 2012. Insomma, se le vendite di Franzen sono crollate, non è solo perché il pubblico si è stufato di ascoltare le tirate dello scrittore sulla necessità di salvare gli uccelli (mostrando evidenti posizioni razziste nei confronti dei gatti). Il vero problema, conclude Shephard, è che i tempi in cui un romanzo riusciva a vendere milioni di copie, purtroppo, sono finiti.