Stili di vita | Festival

Non si è mai troppo grandi per un festival estivo

L'estate è per tanti la stagione dei festival, un rito al quale vale sempre la pena partecipare nonostante gli anni che passano.

di Teresa Bellemo

Quando ho visto che al Primavera Sound di Barcellona i Blur avrebbero iniziato a suonare alle 2 del mattino ho pensato che stavolta non ce l’avrei fatta. L’effetto straniante del completo ribaltamento dei ritmi circadiani del sonno tipico del festival, insieme all’assioma secondo cui “dopo il lockdown non siamo più gli stessi” (frase che ci ripetiamo a distanza di anni per giustificare le nostre peggiori pigrizie, i nostri bidoni a cene ed eventi, la mancata accettazione che il tempo passa e che la verità è che sarebbe passato comunque, anche se non ci fosse stata una pandemia di mezzo) mi aveva fatto fortemente preoccupare riguardo la sensatezza della decisione di andare per la forse ottava volta al festival. Cosa ci vado a fare se quest’anno un sacco di musicisti manco li ho sentiti nominare? Non mi sono preparata, non ho studiato, mi giustifico. Avrei potuto paccare, rimanere sul divano, godermi il ponte in santa pace. Non siamo più gli stessi! E invece no.

E invece come (quasi) sempre fare le cose vale la pena, per un sacco di ragioni. Intanto ci si rende conto che ok, il tempo passa, ma si può tranquillamente approcciare le cose tenendone conto. Il Primavera Sound nella fattispecie può essere un festival molto adulto, è frequentato da famiglie con bambini, eterni giovani e persone dall’età indefinita che vagano con le loro magliette lise degli Einstürzende Neubauten. Ci si rende conto che i festival possono sempre essere un’occasione per vivere ed esplorare le città che li ospitano, per uscire dalla perenne sensazione di essere sempre connessi a un lavoro che proprio perché “smart” arriva dappertutto, per ascoltare un po’ di musica nuova, ché mica la si deve sempre conoscere tutta prima, mica ce lo abbiamo più tutto quel tempo per sapere sempre già tutto prima. Ogni tanto vale la pena farsi sorprendere.

E puntualmente il risultato è sempre lo stesso: dal Primavera Sound si torna a casa stanchi ma piuttosto felici di averlo fatto anche quest’anno, anche quest’anno (abbastanza) convinti che ci andremo anche il prossimo, giusto per vedere l’effetto che fa, arricchire e ripetere un rituale, non arrendersi all’idea che i festival si debbano consegnare a dei teen inglesi già sbronzi alle 21 e del tutto ignari delle tecniche di sopravvivenza utili per vivere al meglio un festival che invece la vecchia guardia possiede nella sua infinita saggezza. Altra diretta conseguenza di questa adrenalina festivalera che pervade le oggettive stanche membra di ritorno da Barcellona è iniziare a pensare di avere sorprendentemente ancora il fisico e quindi cercare altre tappe musicali estive che possano unire musica e un weekend altrove, magari al mare, magari anche solo per un tuffo e un po’ di rasserenante lungo orizzonte. Abbiamo ancora il fisico, ma siamo pur sempre consapevoli dei nostri limiti.

La Prima estate al Lido di Camaiore (Lucca) è uno di questi. Alla seconda edizione, sbobinato su due weekend (16-18 e 23-25 giugno) porta sul mar Tirreno Bon Iver, Kings of Convenience, AltJ, Jamiroquai, Chet Faker per i nostalgici ma anche Nu Genea, Japanese Breakfast, Noyz Narcos e ci aggiunge lezioni di yoga, windsurf e talk. Più che un festival, una vacanza: facile facile, nei giorni più lunghi dell’anno, in piena Versilia.

Uno che invece è diventato ormai una tappa obbligata, in parte “colpevole” della “tropicalizzazione del Mediterraneo” – almeno dal 2018 – anno della sua prima edizione, è l’Ortigia Sound System. Dal 26 al 30 luglio Siracusa diventa un luogo pazzo grazie ai live e ai dj set che si spargono lungo tutto il giorno e in tutta la città, imbarcazioni ormeggiate (setting dei boat party firmati K-Way) al largo comprese. Francesca Heart, Space Africa, John Talabot, Joy Orbison sono soltanto alcuni dei nomi degli artisti che quest’anno renderanno ancora più elettrica la costa barocca siciliana.

I festival possono diventare motivo di vacanze, di fine settimana lunghi, per qualcuno occasione di ritornare. Per questo anche in Puglia non poteva non esserci la possibilità di unire tutto questo. Dal 2017 Viva! Festival, in Valle d’Itria, locus pugliese fatto ancora di un turismo lento e meno affollato, porta artisti internazionali in scenari naturali e rurali insoliti, con il dichiarato obiettivo di aspettare l’alba. Dal 3 al 6 agosto Caribou, Bonobo, Dj Koze, Talib Kweli + Madlib e altri artisti suoneranno tra muretti a secco, masserie con vista sul mare Adriatico. Le possibilità quest’estate sono davvero molte. Forse ho ancora il fisico, basta solo allenarlo un po’.