Oggi, 23 giugno, avrebbe compiuto 99 anni.
Elio è il peggior esordio al botteghino nella storia della Pixar
Il film ha incassato appena 21 milioni di dollari negli Usa e in Italia è rimasto sotto il milione di euro: nessuno prevedeva andasse così male.

Nello spazio forse non siamo soli, ma nelle sale dove si proietta Elio si rischia di esserlo. Il risultato ottenuto al botteghino nel primo fine settimana del lungometraggio animato è da record, in negativo. Appena ventun milioni di dollari negli Stati Uniti, per un totale di trentacinque a livello globale (in Italia l’incasso è stato 758 mila euro e spiccioli, poco meno di 32 mila spettatori): una debacle.
Il pubblico non ha insomma premiato la coraggiosa decisione di Disney di perseguire la strada dei lungometraggi animati originali. Elio infatti è uno dei pochissimi film prodotti da una major in uscita quest’anno non basato su opere precedenti o inserito in franchise, prequel o sequel di pellicole già note. Nonostante sia comune imbattersi in lamentele su quanto sia derivativo il cinema oggi, la storia di Elio, ragazzino che tenta di farsi rapire dagli alieni e che riesce a sorpresa nel suo intento, conferma che il pubblico preferisce andare in sala per ritrovare storie e facce familiari.
Cosa ci sia dietro questo flop in realtà è una questione complessa da sbrogliare. Un po’ perché il battage mediatico tipico dei film Disney è mancato e anzi, la data d’uscita è stata più volte rimandata, dando l’impressione che nemmeno la produzione credesse nel progetto. Un po’ perché il responso della critica e del (poco) pubblico che si è presentato in sala è ottimo, come sottolineato anche da World of Reel. Ad aver influito sugli incassi disastrosi può anche essere stata la strategia di Disney di ridurre drasticamente la finestra d’attesa tra passaggio in sala e arrivo sulla piattaforma Disney+, che disincentiva sempre più la presenza nelle sale, a parte quando subentra la Fomo, come avvenuto per Inside Out 2.