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Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.
Miley Cyrus è diventata la prima celebrity a fare da testimonial a Maison Margiela La campagna scattata da Paolo Roversi è una rivoluzione nella storia del brand.
Andrea Laszlo De Simone ha rivelato la data d’uscita e la copertina del suo nuovo album, Una lunghissima ombra Lo ha fatto con un post su Instagram in cui ha pubblicato anche la tracklist completa del disco.
Il Van Gogh Museum di Amsterdam rischia la chiusura a causa di lavori di ristrutturazione troppo costosi Lo dice il museo stesso: servono 121 milioni di euro per mettere a posto la struttura. Il Van Gogh Museum pretende che a pagare sia il governo olandese. Il governo olandese non è d'accordo.
C’è grande attesa attorno a The Voice of Hind Rajab, il film che potrebbe essere la sorpresa di questa Mostra del cinema Per i nomi che lo producono, per il regista che lo dirige e soprattutto per la storia vera che racconta: quella di una bambina di 6 anni, morta a Gaza.
La stylist di Julia Roberts non vuole rivelare il brand del cardigan con la faccia di Luca Guadagnino Il misterioso cardigan indossato dall'attrice al suo arrivo a Venezia è già diventato l'oggetto del desiderio della Mostra del Cinema.
In Corea del Sud è stata approvata una legge che vieta l’uso dello smartphone a scuola a tutti gli studenti È una delle più restrittive del mondo ed è stata approvata dal Parlamento con una larga maggioranza bipartisan.

Disco memorie

Il culto del club a partire dalle immagini della mostra Radical Disco, sull'architettura delle discoteche italiane dal '65 al '75.

17 Dicembre 2015

La “pista”, il bancone del bar, i bagni, i corridoi, l’ingresso come camera di compensazione, il disegno delle luci. L’esperienza del club, della discoteca, non riguarda solo la musica, ma anche lo spazio. Sono gli spazi, anche più della musica, a restare impressi nella memoria, nella nostra nostalgia, nella costruzione mitica – e quindi anche gonfiata, distorta, metti pure le droghe, l’alcol – di serate che rappresentano un momento preciso della nostra vita e hanno il potere più di altre di simboleggiarlo.

Siamo cresciuti ascoltando anche solo per caso echi culturali che vociferavano di locali, notti e musica. Lo Studio 54 o il CBGB di New York a seconda dell’estetica che volevamo incarnare in quel momento. Anche se nel 1977 eravamo appena nati, abbiamo ascoltato i dischi dei Ramones, visto delle fotografie dell’epoca, Truman Capote a colori o il Lower East Side in bianco e nero, fantasticato di pippare cocaina da un cucchiaino d’argento, mentre Bianca Jagger ci passava davanti su un cavallo bianco. Abbiamo sognato le aperture del Pacha di Ibiza, o forse lì ci siamo stati davvero, non eravamo ancora nati per la prima Summer of Love, ma già la seconda…

E il Warehouse a Chicago e l’Haçienda di Manchester, ci è sembrato  di essere lì, di aver visto Frankie Knuckles inventare la house o il primo concerto degli Happy Mondays. E abbiamo riportato tutto questo retaggio culturale nei locali che abbiamo frequentato, in cui abbiamo ballato nelle notti della nostra rivoluzione personale.

Tutto nasce e tutto muore nella discoteca. Il senso di essere diventati giovani, così come quello di essere troppo vecchi per frequentarne una. La coscienza del proprio corpo e il contatto con gli altri corpi. Gli eccessi, il disordine, il desiderio, l’attesa, il senso di essere al centro di tutto. Come si progetta allora uno spazio che deve contenere tutto questo patrimonio?

Ha da poco aperto all’ICA di Londra una mostra, da cui sono tratte le foto di questa gallery, intitolata Radical Disco: Architecture and Nightlife in Italy, 1965-1975. L’esposizione approfondisce il lavoro di alcuni esponenti dell’architettura radicale come Superstudio, UFO e Gruppo 9999, nella progettazione di locali entrati nel mito collettivo italiano tra cui il Piper di Roma o L’Altro Mondo di Rimini. Sperimentazioni spaziali che cercano di cogliere il senso, allora non ancora codificato, della discoteca come luogo di utopia e che viste oggi ci riportano la nostalgia, quella di un ricordo che sembra appartenerci.

Crediti: 1) Gruppo 9999, prototipo per la Casa Orto al Mondial Festival, Space Electronic, Firenze, 1971. © Gruppo 9999, gentile concessione di Carlo Caldini. 2) UFO, amanti su una sedia a dondolo, Bamba Issa, Forte dei Marmi, 1970. Fotografia di Carlo Bachi. © Lapo Binazzi, UFO Archive. 3) 3C+t Capolei Cavalli (Giancarlo Capolei, Pinini Capolei, Manlio Cavalli), Piper club, Roma, 1965. © 3c+t Fabrizio Capolei, Pino Abbrescia e Fabio Santinelli (face2face studio), Corrado Rizza. 4) Interni di L’Altro Mondo, progettate da Pietro Derossi, Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso, Rimini, 1967. © Pietro Derossi 5) Interni di Piper, Torino progettato da Pietro Derossi, Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso,  1966. © Pietro Derossi. 6) Space Electronic durante il Mondial Festival, co-organizzato da Gruppo 9999 e Superstudio, Space Electronic, Firenze, 1971. © Gruppo 9999, gentile concessione di Carlo Caldini.   7)  UFO, Bamba Issa, Forte dei Marmi, 1969. Fotografia di Carlo Bachi. © Lapo Binazzi, UFO Archive. 8) Musica live a L’altro Mondo, Rimini, 1967. © Pietro Derossi. 9) Palco e impianto audio-visivo al Piper, Torino, progettato da Pietro Derossi, Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso, 1966. © Pietro Derossi.
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