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11:49 sabato 18 ottobre 2025
Hollywood non riesce a capire se Una battaglia dopo l’altra è un flop o un successo Il film di Anderson sta incassando molto più del previsto, ma per il produttore Warner Bros. resterà una perdita di 100 milioni di dollari. 
La Corte di giustizia europea ha stabilito che gli animali sono bagagli e quindi può capitare che le compagnie aeree li perdano Il risarcimento per il loro smarrimento è quindi lo stesso di quello per una valigia, dice una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea.
È uscito il memoir postumo di Virginia Giuffre, la principale accusatrice di Jeffrey Epstein Si intitola Nobody’s Girl e racconta tutti gli abusi e le violenze subiti da Giuffré per mano di Epstein e dei suoi "clienti".
È morto Paul Daniel “Ace” Frehley, il fondatore e primo chitarrista dei KISS Spaceman, l'altro nome con cui era conosciuto, aveva 74 anni e fino all'ultimo ha continuato a suonare dal vivo.
Dell’attentato a Sigfrido Ranucci sta parlando molto anche la stampa estera La notizia è stata ripresa e approfondita da Le Monde, il New York Times, il Washington Post, Euronews e l’agenzia di stampa Reuters.
Oltre alle bandiere di One Piece, nelle proteste in Usa è spuntato un altro strano simbolo: i costumi gonfiabili da animale Costumi da rana, da dinosauro, da unicorno: se ne vedono diversi in tutte le città in cui si protesta con Trump e contro l'Ice.
Secondo Christopher Nolan, non c’è un attore che quest’anno abbia offerto un’interpretazione migliore di The Rock in The Smashing Machine Quello del regista è il più importante endorsement ricevuto da The Rock nella sua rincorsa all'Oscar per il Miglior attore protagonista.
Dopo 65 anni di pubblicazione, Il Vernacoliere chiude ma non esclude il ritorno Lo ha annunciato su Facebook il fondatore e direttore Mario Cardinali, che ha detto di essere «un po' stanchino» e spiegato la situazione di crisi del giornale.

Disco memorie

Il culto del club a partire dalle immagini della mostra Radical Disco, sull'architettura delle discoteche italiane dal '65 al '75.

17 Dicembre 2015

La “pista”, il bancone del bar, i bagni, i corridoi, l’ingresso come camera di compensazione, il disegno delle luci. L’esperienza del club, della discoteca, non riguarda solo la musica, ma anche lo spazio. Sono gli spazi, anche più della musica, a restare impressi nella memoria, nella nostra nostalgia, nella costruzione mitica – e quindi anche gonfiata, distorta, metti pure le droghe, l’alcol – di serate che rappresentano un momento preciso della nostra vita e hanno il potere più di altre di simboleggiarlo.

Siamo cresciuti ascoltando anche solo per caso echi culturali che vociferavano di locali, notti e musica. Lo Studio 54 o il CBGB di New York a seconda dell’estetica che volevamo incarnare in quel momento. Anche se nel 1977 eravamo appena nati, abbiamo ascoltato i dischi dei Ramones, visto delle fotografie dell’epoca, Truman Capote a colori o il Lower East Side in bianco e nero, fantasticato di pippare cocaina da un cucchiaino d’argento, mentre Bianca Jagger ci passava davanti su un cavallo bianco. Abbiamo sognato le aperture del Pacha di Ibiza, o forse lì ci siamo stati davvero, non eravamo ancora nati per la prima Summer of Love, ma già la seconda…

E il Warehouse a Chicago e l’Haçienda di Manchester, ci è sembrato  di essere lì, di aver visto Frankie Knuckles inventare la house o il primo concerto degli Happy Mondays. E abbiamo riportato tutto questo retaggio culturale nei locali che abbiamo frequentato, in cui abbiamo ballato nelle notti della nostra rivoluzione personale.

Tutto nasce e tutto muore nella discoteca. Il senso di essere diventati giovani, così come quello di essere troppo vecchi per frequentarne una. La coscienza del proprio corpo e il contatto con gli altri corpi. Gli eccessi, il disordine, il desiderio, l’attesa, il senso di essere al centro di tutto. Come si progetta allora uno spazio che deve contenere tutto questo patrimonio?

Ha da poco aperto all’ICA di Londra una mostra, da cui sono tratte le foto di questa gallery, intitolata Radical Disco: Architecture and Nightlife in Italy, 1965-1975. L’esposizione approfondisce il lavoro di alcuni esponenti dell’architettura radicale come Superstudio, UFO e Gruppo 9999, nella progettazione di locali entrati nel mito collettivo italiano tra cui il Piper di Roma o L’Altro Mondo di Rimini. Sperimentazioni spaziali che cercano di cogliere il senso, allora non ancora codificato, della discoteca come luogo di utopia e che viste oggi ci riportano la nostalgia, quella di un ricordo che sembra appartenerci.

Crediti: 1) Gruppo 9999, prototipo per la Casa Orto al Mondial Festival, Space Electronic, Firenze, 1971. © Gruppo 9999, gentile concessione di Carlo Caldini. 2) UFO, amanti su una sedia a dondolo, Bamba Issa, Forte dei Marmi, 1970. Fotografia di Carlo Bachi. © Lapo Binazzi, UFO Archive. 3) 3C+t Capolei Cavalli (Giancarlo Capolei, Pinini Capolei, Manlio Cavalli), Piper club, Roma, 1965. © 3c+t Fabrizio Capolei, Pino Abbrescia e Fabio Santinelli (face2face studio), Corrado Rizza. 4) Interni di L’Altro Mondo, progettate da Pietro Derossi, Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso, Rimini, 1967. © Pietro Derossi 5) Interni di Piper, Torino progettato da Pietro Derossi, Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso,  1966. © Pietro Derossi. 6) Space Electronic durante il Mondial Festival, co-organizzato da Gruppo 9999 e Superstudio, Space Electronic, Firenze, 1971. © Gruppo 9999, gentile concessione di Carlo Caldini.   7)  UFO, Bamba Issa, Forte dei Marmi, 1969. Fotografia di Carlo Bachi. © Lapo Binazzi, UFO Archive. 8) Musica live a L’altro Mondo, Rimini, 1967. © Pietro Derossi. 9) Palco e impianto audio-visivo al Piper, Torino, progettato da Pietro Derossi, Giorgio Ceretti e Riccardo Rosso, 1966. © Pietro Derossi.
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