Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

La legislatura che finisce in anticipo non si sa bene perché, la polizia che ferma Bakayoko non si sa bene perché e Netflix che festeggia la perdita di un milione di abbonati non si sa bene perché.

Un meme preso dal profilo Twitter Crazy Ass Moments in Italian Politics

Politica – C’è crisi
Nessuno voleva questa crisi di governo, probabilmente neanche chi l’ha attivamente causata visto anche il rifiuto nel trovare una risoluzione. La desolazione nel constatare, ancora una volta, la devastante incapacità della politica italiana di esprimere una visione per il futuro del Paese, sta causando in questi giorni un profluvio di opinioni non richieste sui social, tra chi vuole lasciare l’Italia e chi invece non vede l’ora di avere Giorgia Meloni come premier. Voteremo il prossimo 25 settembre: nelle peggiori condizioni possibili, come sempre.

Personaggi – Lingua morta
La notizia della morte di Luca Serianni, investito il 18 luglio da un’auto a Ostia, mentre attraversava sulle strisce pedonali, ha rattristato anche i più acerrimi nemici delle discipline a cui aveva dedicato tutta la sua vita: la linguistica e la filologia. Tra questi non c’erano sicuramente i suoi studenti, perché si sa che alla fine di ogni suo corso alla Sapienza, il pubblico delle sue lezioni si alzava e applaudiva. Era in pensione dal 2017, anno in cui tenne la sua ultima famosa lezione “Insegnare l’italiano nell’università e nella scuola”, durante la quale aveva detto: «Chi ha scelto di fare l’insegnante non può prendersi il lusso di essere pessimista», esprimendo il suo scetticismo sull’insegnamento a distanza.

Media – Il milione
Forse era solo scaramanzia, quella che aveva spinto Netflix a prevedere due milioni di abbonati persi nel secondo trimestre del 2022. Forse era furbizia, perché gli analisti ora stanno dicendo che tutto sommato poteva andare molto peggio: quasi un milione di subscriber in meno non è certo fatto da festeggiare, ma di fronte alla prospettiva di perderne il doppio si può sicuramente tirare un sospiro di sollievo. A prescindere dai numeri, però, resta il fatto che quello che sta succedendo a Netflix sta succedendo a tutte le piattaforme streaming, segno che forse è il modello di business in sé che, dopo un decennio di dominio, ormai non funziona più.

Arte – Quel ramo dell’ago di Cadorna
Per alcuni è una delle sue opere meno riuscite, per altri è bellissima: quel che non si può negare è che “Ago, filo e nodo” di Claes Oldenburg rappresenta perfettamente Milano, forse ancora più del dito di Cattelan in Piazza Affari e della mela di Pistoletto in Stazione Centrale. Divisa in due parti, la scultura ha diversi significati simbolici: i colori giallo, verde e rosso non rappresentano il rastafarianesimo, ma le linee della metro milanese (bisognerebbe aggiungere il lilla: così sembrerebbe quasi arcobaleno, per la gioia del sindaco). Apparsa nel 2000, celebra Milano come capitale della moda, sottolinea la laboriosità dei suoi abitanti e, come sottolineato da Gae Aulenti, responsabile del progetto di modernizzazione della Stazione e della piazza, rimanda allo stemma della città, il biscione degli Sforza.

Social – Un americano a Roma
Russell Crowe è a Roma per girare The Pope’s Exorcist, il biopic su padre Amorth in cui interpreta l’esorcista più famoso e produttivo della storia. Ma, soprattutto, Crowe è a Roma a fare il turista insieme ai suoi figli: nelle ultime due settimane, infatti, il suo profilo Twitter è stato un susseguirsi di tramonti romani, parchi soleggiati, passeggiate alla fontana di Trevi («one of my favorite places in the universe»), visite alla Cappella Sistina. Ovviamente, non poteva mancare la tappa al Colosseo o, come lo ha chiamato Crowe, il suo «vecchio ufficio», quello in cui era conosciuto da tutti come Massimo Decimo Meridio.

Polemiche – Strade perdute
Il video dell’agente della Polizia di Stato che ferma il centrocampista del Milan Tiémoué Bakayoko e lo minaccia impugnando l’arma di servizio è diventato giustamente virale. È diventato virale perché è andata bene: i poliziotti, che cercavano “un uomo nero con la maglietta verde”, si sono accorti che il fermato era un calciatore milionario e lo hanno lasciato andare. Se non fosse stato un calciatore milionario, però, le cose sarebbero potute andare molto diversamente, ma in Italia i media hanno parlato di «disavventura». In verità, si chiama profilazione razziale.