Come si costruisce un ecosistema editoriale che sfida le convenzioni e racconta la contemporaneità? Ne parlano Valentina Ardia, editor in chief, e Cristiano de Majo, direttore esecutivo, domenica 14 settembre, ore 12.
C’è ancora domani di Paola Cortellesi sarà distribuito in tutto il mondo
«A global sales hit», così The Hollywood Reporter definisce C’è ancora domani di Paola Cortellesi. Dopo essere diventato il film italiano più visto del periodo post pandemico – superando anche la concorrenza dell’ultimo capitolo del Marvel Cinematic Universe, The Marvels – attorno a C’è Ancora Domani si è raccolto l’interesse dei distributori internazionali. Secondo Vision Distribution, che si sta occupando della vendita del film nei mercati cinematografici stranieri, al momento per C’è Ancora Domani sono già stati chiusi accordi per la distribuzione in diciotto Paesi di tre continenti. In Europa il film è già arrivato in Francia, Spagna e Paesi Bassi, dove ha riscosso un successo tale da convincere all’acquisto anche i compratori in Danimarca, Svezia, Belgio, Grecia, Ungheria, Svizzera, Finlandia e Norvegia.
Ma se il successo in Europa era in qualche misura prevedibile (certo non in questa misura, però), a stupire è l’interesse di distributori come Limelight per l’Australia e la Nuova Zelanda, Pandora per il Brasile, Swallow Wings Films per Taiwan e Lev Cinema per Israele. «Sapevamo di avere in mano una storia forte, con uno stile cinematografico originale, con una visione. È una storia universale che tocca anche il pubblico non italiano», ha spiegato in un’intervista a The Hollywood Reporter Catia Rossi, capa della vendita internazionale dei diritti di Vision Distribution. Dalla sua uscita nelle sale italiane, C’è ancora domani ha incassato quasi venti milioni di euro, una cifra che ha suscitato l’interesse anche dei maggiori distributori americani: secondo quanto riferito dalla stessa Vision Distribution, al momento sarebbero in corso diverse trattative per fare arrivare il film anche nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti.

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Nei suoi libri si oppone a quell'idea di letteratura giapponese “stramba e misteriosa” che tanto successo ha riscosso negli anni. Di questo e di povertà, di stranezze, di suo marito e di litigi con Murakami Haruki abbiamo parlato con lei, durante il Festivaletteratura di Mantova.

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