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È in fase di sperimentazione un test in grado di diagnosticare al 90% l’autismo

Gli scienziati hanno fatto i primi passi verso quello che potrebbe diventare il test definitivo per diagnosticare l’autismo. Nel corso di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Molecular Autism e raccontato da Gizmodo, alcuni ricercatori hanno cercato differenze chimiche nel sangue e nelle urine di 38 bambini autistici e 31 bambini non autistici, tutti di età compresa tra i 5 ei 12 anni, scoprendo che nel sangue dei primi erano riscontrabili evidenti segni di danni a determinate proteine presenti nel plasma sanguigno causate da processi che coinvolgono ossigeno e glucosio.
Attualmente non ci sono test biologici che possano individuare l’autismo. Si pensa sia causato da una varietà di fattori che includono i geni e l’ambiente (di sicuro non i vaccini), e viene diagnosticato dai medici attraverso una serie di valutazioni comportamentali. Queste valutazioni sono abbastanza difficili da fare perché i sintomi possono manifestarsi in modi molto diversi: dai problemi nell’interazione sociale, all’incapacità di processare le sensazioni normalmente, fino a serie difficoltà nell’espressione orale. I bambini possono mostrare segnali di autismo già dai 18 mesi, ma senza un test che permetta di confermare un caso sospetto, è necessario aspettare che crescano prima di essere sicuri. Un periodo di tempo che costringe a ritardare i trattamenti. Questo nuovo metodo potrebbe quindi portare al rilevamento precoce della condizione. Gli esperti sottolineano però che per perfezionarlo e renderlo completamente affidabile ci vorrà ancora un po’ di tempo.

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