La serie, con protagoniste Sarah Snook e Dakota Fanning, sembra un thriller ma in realtà è tutta una grande storia sulla sisterhood che vince sempre. E sull'impossibilità degli uomini di uscire puliti da qualsiasi situazione.
Aaron Sorkin scriverà e (forse) dirigerà il sequel di The Social Network
Sarebbe già al lavoro sulla sceneggiatura ma stavolta punta anche a dirigere, subentrando a David Fincher.
Non è un mistero che ad Aaron Sorkin non sia bastato raccontare gli inizi ambigui dell’impero di Facebook e il carattere del suo fondatore Mark Zuckerberg in The Social Network. Da anni infatti non perde occasione per far circolare l’idea di un sequel, senza peraltro avere tutti i torti riguardo l’abbondanza di materiale narrativo. Gli scandali finanziari, quello di Cambridge Analytica, le acquisizioni di Instagram e WhatsApp, la quasi certezza che il social network abbia giocato un ruolo cruciale (e dannoso) in svariate tornate elettorali – la prima vittoria di Trump, il referendum sulla Brexit – forniscono più di uno spunto per tornare a parlare di Facebook e dell’uomo al suo comando.
È Deadline a dare la notizia che Sorkin avrebbe trovato l’angolazione e la fonte giuste per farlo. Sony infatti avrebbe dato luce verde alla lavorazione di un sequel (per ora noto come The Social Network Part II), affidando a Sorkin il compito di scriverne la sceneggiatura. Il lungometraggio si dovrebbe ispirare a The Facebook Files, una lunga serie di reportage giornalistici firmati da Jeff Horowitz che nell’ottobre 2021 distrussero la reputazione di Facebook, rivelandone le molteplici ingerenze politiche, sociali ed economiche a livello globale.
Sorkin però stavolta non si accontenterebbe di firmare la sceneggiatura. Ora che ha esordito dietro la cinepresa con Molly’s Game e girato Il processo ai Chicago 7 e A proposito dei Ricardo, vorrebbe anche dirigere. Mancano ancora conferme ufficiali in merito, ma pare che l’abbia spuntata anche in questo senso, ereditando il ruolo di David Fincher, che diresse The Social Network, oggi considerato uno dei film statunitensi migliori negli ultimi 25 anni.
C'è la sua firma su 1992, Gomorra, The Bad Guy, Esterno notte, Il traditore e Il maestro. E adesso anche su una delle sorprese di questo anno cinematografico: Breve storia d'amore, la sua opera prima da regista.
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