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Abbiamo scoperto che fine ha fatto la nave di Una cosa divertente che non farò mai più

È uno dei saggi più famosi nella storia recente della letteratura, così famoso che è diventato un modo – noioso – di scrivere la caption delle proprie foto di vacanza su Instagram. Ma, forse per distrazione e forse per premura ambientalista, in tutti questi anni nessuno si è chiesto che fine ha fatto la nave da crociera protagonista di “Una cosa divertente che non farò mai più”, il racconto di David Foster Wallace del 1997 (in Italia uscito per minimum fax).

L’ha scoperto il sito di letteratura Lit Hub: innanzitutto non si chiama Nadir, come scrive Wallace, ma Zenith, e soprattutto ha avuto una vita molto avventurosa, per una nave da crociera. Il reportage originale di DFW venne pubblicato sulla rivista Harper’s nel 1996, e la Zenith era nata da poco: varata nel 1992, faceva la spola tra la Florida e i Caraibi per un servizio chiamato Celebrity Cruises. Già in quell’anno, diventò un set cinematografico: per la commedia Captain Ron, con Kurt Russell e Martin Short nel film.

Wallace, quindi, la “visse” nella sua gioventù dorata, ma ancora nel 2006, su Travel Weekly, si parlava della nave come di una meraviglia (per chi, intendiamoci, trova effettivamente coinvolgenti le crociere) dei mari. C’era addirittura, scrive il giornalista, un Internet Cafè a soli 50 centesimi di dollari al minuto! Nel 2008 iniziarono i guai, ovvero la collisione con un’altra nave. Nel 2009 un primo incendio, e poi un secondo nel 2013. Prima, pure tre mini-epidemie di Norovirus, uno dei più comuni virus gastrointestinali, non così rari in ambienti come le crociere: nell’aprile del 2004, marzo 2005 e aprile 2007.

Nonostante gli acciacchi, la Zenith navigò ancora, fino al 2019. Venne quindi venduta tu Peace Boat, la compagnia di un attivista giapponese nominato anche al Nobel per la Pace – Yoshioka Tatsuya – e però il 2020, con tutto quello che conosciamo, le impedì di iniziare davvero il nuovo capitolo della sua vita. Un ultimo titolo del bollettino nautico Trade Winds News recita: «Unwanted Japanese cruise ship changes hands», e le mani in cui finisce sono quelle dei demolitori indiani, a Gujarat. Fine di un’inchiesta di cui non pensavamo di aver bisogno, ma che speriamo ispiri nuovi reportage simili su altre co-star del mondo lettererario.