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Per Hollywood le serie con episodi cortissimi sono il futuro dello streaming

Uno dei motivi per cui avevamo iniziato a guardare la black comedy britannica The End of the F***ing World era il fatto che durasse poco: 19 minuti, per otto episodi. Un pomeriggio di binge watching e via (il secondo motivo erano le musiche di Soko). Ne sono seguite altre, tra cui Bonding e Special: 10 minuti per puntata, massimo 14. Nell’ultimo anno, come riporta Wired Uk, Netflix ha infatti deciso di rilasciare tre serie short-form con episodi brevissimi (Special, Bonding e It’s Bruno) a cui si sono uniti i tentativi di alcuni show online di emulare la stessa strategia. È il caso di di High Maintenance, The Misadventures of an Awkward Black Girl e Broad City, iniziati come narrazioni in breve per il web e approdati poi in televisione.

«C’è qualcosa di veramente eccitante nel raccontare una storia in un periodo di tempo limitato», afferma Jamie Laurenson, produttore esecutivo della mini serie State of the Union in cui ogni episodio è costruito su un dialogo di 10 minuti tra una coppia in crisi matrimoniale. «Ci sono così tanti contenuti che potrebbero essere esplorati, e fare qualcosa di corto, di veloce, è l’unica cosa che ti permette di riuscirci. Inoltre, la brevità assicura una perfetta unità di tempo e spazio». Perché prima di riuscire a elaborare quanto successo, la storia è terminata. E ne iniziamo un’altra. Per questo al momento sono in fase di sviluppo piattaforme streaming dedicate unicamente ai moduli più corti, così da sfruttare al meglio la tendenza. Quibi (abbreviazione di quick bites, piccoli morsi) che ha investito milioni di dollari in contenuti originali dalla durata massima di 10 minuti per episodio, verrà lanciata il prossimo 2020 offrendo agli spettatori la prima serie horror firmata da Steven Spielberg, After Dark; Ficto, invece, nato con la stessa intenzione, arriverà nel regno Unito, Negli Stati Uniti e in Australia entro fine anno.

Inanto però, non tutti sembrano essere d’accordo con la formula che secondo Hollywood traghetterà lo streaming verso una nuova direzione. «Non sono sicuro che questi contenuti ridottissimi porteranno alle piattaforme tutti gli abbonati che prevedono», ha detto Tom Nuna, docente alla UCLA School of Theatre, Film and Television e produttore del premio Oscar Crash. «Potrebbe trattarsi solo di una moda, e quando la gente si stuferà di non riuscire a conoscere i personaggi guarderà altrove».