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Sean Penn ha scritto una poesia sul #MeToo

Ne abbiamo sentite fin troppe di dichiarazioni sul movimento #MeToo, ma nessuno ancora si era espresso in versi a riguardo. Sean Penn ha dedicato l’epilogo del suo ultimo romanzo, Bob Honey Who Just Do Stuff, a una poesia sprezzante sulla pervasività del fenomeno. La poesia si srotola per circa sei pagine, parla degli uomini sotto accusa e dell’infantilismo della vicenda, che traspare dall’espressione «crociata di un lattante», che compare in una serie di domande retoriche sulla spettacolarizzazione del #MeToo. L’estratto in lingua originale riportato da The Cut è questo:

Though warrior women
Bravely walk the walk,
Derivatives of disproportion
Draw heinous hypocrites
To their flock.

[….]

Where did all the laughs go?
Are you out there, Louis C.K.?
Once crucial conversations
Kept us on our toes;
Was it really in our interest
To trample Charlie Rose?
And what’s with this ‘Me Too’?
This infantilizing term of the day…
Is this a toddler’s crusade?
Reducing rape, slut-shaming, and suffrage to reckless child’s play?
A platform for accusation impunity?
Due process has lost its sheen?
But, fuck it, what me worry?
I’m a hero,
To Time Magazine!

Il libro da cui è tratta, edito da Simon & Schuster, ha diviso la critica. Per la casa editrice è un «divertente romanzo pessimistico su Bob Honey – un moderno uomo americano, imprenditore, e assassino part-time» ed è elogiato dai comici come «lo stramaledetto romanzo del secolo», come ha detto Sarah Silverman. La scrittrice Claire Fallon lo ha definito invece come una lunga dimostrazione dell’ego dell’attore, «160 pagine di sé stesso», dai risvolti offensivi. The Cut sottolinea che la poesia non c’entra quasi nulla con il contenuto del libro, ma è lì, a ricordare che anche Sean Penn ha detto la sua in merito alla vicenda, cosa di cui forse non si sentiva il bisogno.