Attualità | Stati Uniti

Uno scoiattolo è diventato il simbolo dell’impazzimento della politica americana

Può la morte di uno scoiattolo (e di un procione) decidere le elezioni presidenziali americane? Forse sì, forse no, ma il solo fatto che ci stiamo facendo questa domanda dovrebbe spaventarci a morte.

di Studio

Le persone chronically online conoscono bene la cosiddetta Darkest Timeline, nota anche come Weasel Timeline. Breve riassunto: nell’aprile del 2016 una donnola si mette a masticare i cavi elettrici che portano energie al Large Hadron Collider del Cern di Ginevra. La donnola muore, bruciata viva dalle scosse elettriche. Il Large Hadron Collider smette di funzionare per un po’: anche il più grande acceleratore di particelle del mondo va a elettricità, d’altronde. Nel corso di quell’anno, si verificheranno eventi che lo faranno passare alla storia come uno dei peggiori mai vissuti dall’umanità: a novembre, Donald Trump diventa Presidente degli Stati Uniti, e la sensazione di essere in un punto sbagliato dello spazio-tempo si diffonde velocissima. Per dare un senso a una storia che evidentemente non ce l’ha, internet si è inventata la Darkest Timeline, appunto: le fauci di quella donnola non avrebbero causato soltanto lo spegnimento del Large Hadron Collider ma un suo malfunzionamento. Il malfunzionamento avrebbe causato uno squarcio nel continuum spaziotemporale, attraverso il quale universi e linee temporali alternative si sarebbero mescolati generando il caos del 2016. Dalla diffusione della Darkest Timeline in poi, la saggezza popolare dice che quando c’è di mezzo la morte violenta di un animale bisogna prepararsi al peggio. E arriviamo così alla morte dello scoiattolo Peanut e del procione Fred, e al perché la loro sorte dovrebbe farci temere il peggio: l’ingresso in una linea temporale persino più oscura, darker than black.

Uno scoiattolo è morto a New York. E chi se ne frega, penseranno la maggior parte delle persone leggendo questa “notizia”. Le persone chronically online invece sanno che questo potrebbe essere l’evento che decide – vogliamo essere ottimisti: contribuisce a decidere – chi vincerà le elezioni negli Stati Uniti. Uno scoiattolo è morto a New York, ucciso dal personale specializzato del Department of Environmental Conservation (DEC) dello Stato di New York. Essendo questi gli Stati Uniti, lo scoiattolo è morto di una morte violenta: gli animalisti dicono che questa è la versione animale della police brutality. I fatti: lo scoiattolo si chiamava Peanut, era una star dei social media con quasi 700 mila follower su Instagram, viveva in una casa di Pine City, cittadina al confine con la Pennsylvania, assieme al suo padrone, Mark Longo, e a un procione chiamato Fred. Mercoledì il personale del DEC si è presentato a casa di Longo, Peanut e Fred dopo una segnalazione fatta da chissà chi, probabilmente da un vicino: un uomo vive con uno scoiattolo e un procione, non ci sembra normale né sano. Ha ragione, ha risposto il personale del Dec al delatore: sono animali selvatici e potrebbero avere la rabbia, bisogna intervenire per ristabilire l’ordine sanitario e la dovuta separazione tra civiltà e regno animale. L’intervento del Dec, come spesso accade negli Stati Uniti quando la pubblica autorità esercita la sua forza sui privati cittadini, è degenerato subito: Peanut ha morso una delle persone incaricate di portare via lui e Fred, fatto che ha reso inevitabile la soppressione sua e del procione. Il motivo è sempre lo stesso: potrebbero avere la rabbia, l’infezione si può appurare solo con un’autopsia, in attesa dei risultati tutte le persone entrate in contatto con gli animali sono caldamente invitate a parlare con il loro medico di base. Longo ha invece invitato chiunque lo abbia “denunciato” ad andare caldamente all’inferno, ha annunciato una causa ai danni dello Stato di New York e lanciato una raccolta fondi – non si capisce per finanziare cosa – su GoFundMe che ha già raggiunto i 160 mila dollari.

 

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Si dirà: fin qui non è una storia così interessante, come uno Stato americano assolve alle sue funzioni di garante dell’igiene pubblica non è cosa che tocchi nessun al di fuori dei residenti di quello Stato americano. Qui però comincia la possibile Timeline Darker than Black: la morte di Peanut – anche quella di Fred, ma la sua in misura minore, forse perché è morto senza opporre resistenza mentre l’altro se ne è andato sporcandosi pure la fedina penale con il reato di violenza a pubblico ufficiale – è diventato una questione politica. E non locale: una questione politica nazionale, un argomento di discussione negli ultimi giorni di campagna elettorale. Se vi state chiedendo perché nelle ultime ore avete i feed social invasi da immagini – reali, photoshoppate, generate con l’intelligenza artificiale – di scoiattoli, la ragione è questa. Lo scoiattolo ha ufficiosamente sostituito l’elefante come animale totemico del Partito repubblicano, la destra americana non venera più aquile reali né serpenti a sonagli ma un adorabile roditore, l’iterazione Maga/alt-right di Alvin e i Chipmunks. Può sembrare soltanto una storia di colore, una di quelle che finiscono nella colonna a destra nelle homepage dei siti dei giornali, una delle tante stranezze che succedono in tutte le campagne elettorali americane. Purtroppo non è così e la prova che non è così viene dal profilo X sul quale si può seguire passo dopo pazzo l’impazzimento dei repubblicani: quello di Elon Musk.

Musk è stato uno dei primi a intuire la possibilità di aggiungere alla propaganda repubblicana questa storia di cronaca. In inglese si dice weaponization: prendi una cosa che non è intesa per far del male a nessuno e la trasformi in un’arma. Siccome tutte le destre del mondo alla fine si assomigliano, la retorica di cui Musk si è fatto veicolo è una con la quale anche noi italiani abbiamo una discreta familiarità. In sostanza: la sinistra vuole portarvi via i vostri animaletti – dopo gli haitiani che mangiano gatti e cani, i comunisti che rapiscono e ammazzano scoiattoli e procioni – la stessa sinistra che vuole che i criminali restino a piede libero, che gli immigrati vadano e vengano come preferiscono, che vuole costringere i vostri figli a cambiare sesso il prima possibile. Essendo gli Stati Uniti, il discorso ha preso la piega inevitabile: vedete?, hanno detto politici repubblicani e sostenitori del Maga. È per questo che i democratici vogliono portarvi via le armi: perché così non potete sparare al personale incaricato quando entrerà in casa vostra a prendersi i vostri animali. Come tutti gli argomenti idioti che vengono introdotti nel dibattito pubblico, anche questo ha riscosso un enorme successo. Donald Trump è diventato il santo protettore dei padroni degli animali: nemmeno un mese fa era l’uomo che avrebbe protetto tutti gli american pets dall’insaziabile appetito degli immigrati, adesso è il candidato di chi chiede giustizia per Peanut e per Fred. C’è un’immagine circolata moltissimo nella parte americana dei social negli ultimi giorni: si vede Trump seduto a una scrivania – forse quella dello Studio Ovale? – alle sue spalle la bandiera, e a vegliare sopra di lui lo spirito di Peanut. «Anche io sono stato processato ingiustamente», dice lo scoiattolo a Donald Trump.

Per il momento, Trump non ancora detto nulla sulla morte di Peanut (c’è stato l’ormai abituale falso comunicato stampa, preso per vero da chi voleva prenderlo per vero), ma fonti a lui vicinissime lo definiscono «imbestialito» dall’accaduto. Forse sta aspettando l’ultimo giorno di campagna elettorale per giocarsi questa carta, e in attesa manda in avanscoperta il fido J.D. Vance per vedere come l’elettorato risponde. «Lo stesso governo che non fa nulla per fermare centinaia di migliaia di immigrati clandestini che arrivano nel nostro Paese, lo stesso governo non vuole permetterci di avere animali domestici. È una cosa assurda». Poco conta che uno scoiattolo e un procione non siano animali domestici e che il pericolo che possano avere e trasmettere la rabbia sia reale. Niente di tutto questo conta, nella Darkest Timeline.