Il film arriverà nei cinema italiani in distribuzione limitata il 22 ottobre, per poi approdare su Netflix il 7 novembre.
La forma romanzo ha raggiunto il suo culmine narrando i matrimoni e non si è mai più ripresa da quando il matrimonio come istituzione ha cominciato a dissolversi. È così che spiega ai suoi studenti il legame tra nozze e letteratura il professore del romanzo di Jeffrey Eugenides La trama del matrimonio del 2011. Chiarisce agli allievi: «Che importanza poteva avere con chi si sposava Emma, se poi avrebbe potuto chiedere la separazione?». La lezione finisce con un interrogativo retorico: «Dove si trova un romanzo sul matrimonio, al giorno d’oggi?». La giovane protagonista del libro di Eugenides, Madeleine, lavora a una tesi sul matrimonio in Jane Austen, George Eliot e Henry James e sarebbe certamente contenta di leggere oggi, nel 2025, il libro di Eric Puchner Stato di sogno (Fazi editore). Lo inserirebbe non tra i romanzi romantici che terminano con i protagonisti che si sposano, ma tra quelli più complicati, con molti fraintendimenti, in cui la cerimonia matrimoniale è solo l’inizio delle vicende, che possono preludere a fughe successive, a vite infelici, adulteri o ad altri matrimoni.
Iniziare dal matrimonio
Il romanzo dello statunitense Eric Puchner inizia quando manca un mese alle nozze tra la protagonista Cece e il futuro marito Charlie, e lei si trasferisce nel Montana per i preparativi, in un luogo dove in passato hanno trascorso estati felici, nel paradiso della famiglia di Charlie, una casa con un portico, panorama sul lago con pontile, un’amaca stesa, cespugli di lamponi. Quei giorni Cece è sola e incontra lì un amico del marito dei tempi del college. «Cece sentiva parlare di Garrett, magnificato negli aneddoti comici di Charlie, e l’immagine che se n’era fatta non corrispondeva al burbero personaggio in divisa da meccanico che le si parava davanti». Le premesse per una vita felice con Charlie ci sono tutte: «Il giorno delle nozze il tempo era bellissimo, il cielo sereno con poche nubi sparse che si stagliavano come bandiere al vento. Non si sarebbe potuto chiedere di meglio». Sarebbe troppo banale pensare che Cece lasci o tradisca il marito per Garrett e tutto finisca così, anche perché mancano quattrocento pagine. I romanzi sui matrimoni oggi sono strade dissestate, piene di indicazioni per inversioni di marcia.
Stato di sogno è intessuto di rimorsi e ripensamenti, di pianti, di rinunce, sensi di colpa, in cui servono anni per maturare perdoni, e decine e decine di anni perché alcune frasi vengano pronunciate. In tutto ciò, Puchner non smette mai di scrivere frasi come: «Era una serata tiepida e priva di vento, e le tavole del pontile erano ancora calde sotto i piedi malgrado il sole al tramonto avesse cominciato a rapprendersi sul lago come la glassa di un dolce». Gli anni volano, la natura cambia in modo impercettibile, è l’unico rifugio alle giravolte umane. Nei protagonisti i pensieri, i desideri e le passioni sembrano invece sempre sul punto di riaccendersi e di stravolgere tutto. Di fatto, come avviene nei romanzi di Sally Rooney, il lettore vuole sapere dove porteranno certi sogni e se troveranno pace le aspirazioni, e durante la lettura si formulano tante ipotesi sull’esito delle vite raccontate esattamente come si fa seguendo i thriller.
Il tempo è un bastardo
Puchner inserisce dettagli che scandiscono lo scorrere degli anni, risalendo intanto le correnti che investono la vita americana, l’America delle sottoculture, della pandemia, dei gruppo antinatalisti, del riscaldamento globale e dalle malattie degenerative sempre più diffuse. Lo scorrere del tempo – il vero antagonista di tutti i personaggi in scena – genera un effetto vertiginoso, a un certo punto i personaggi sembrano rallentare, girare sempre intorno alle stesse questioni, fissi davanti agli stessi interrogativi sulla felicità, su come sarebbe potuta andare la vita se avessero fatto scelte diverse, mentre intorno i cambiamenti della natura prendono il via, i ghiacciai diventano nudi e privi di neve, tutto fugge in avanti. Dalla prima pagina, si vede come Puchner lavora le pagine, non è chiaro se voglia scrivere o no il Grande Romanzo Americano, ma è evidente quanto tenga a tutti i singoli paragrafi, e dopo quasi cinquecento pagine, a libro ormai finito, mostra di avere ancora benzina, congeda il lettore continuando a scrivere: «la brezza che soffiava dal lago profumava di ciliegie».
Fa bene la Madeleine di Eugenides a interrogarsi su matrimoni e trame di romanzi. Anche ora in cui ci appare che la letteratura sia nell’angolo, assediata da narrazioni con più ritmo, i romanzi più audaci sono quelli che approfondiscono menti e cuori. Le storie delle famiglie e dei matrimoni, anche se sono istituzioni malconce, danno ancora ossigeno alle pagine letterarie. Un collega di Madeleine le chiede se dopo tutte le letture fatte per scrivere la tesi le sia mai capitato di incontrare la storia di una donna che sposa l’uomo sbagliato ma che quando comprende il suo errore e si fa vivo un altro pretendente, che l’ha sempre amata, non riceve da lui nessuna una proposta di matrimonio, perché il secondo pretendente capisce che l’ultima cosa di cui lei ha bisogno è risposarsi. Madeleine dice di non aver mai letto una storia simile. Pensi che potrebbe essere un buon finale? le chiede. Lei ci pensa un po’, chiude gli occhi, vede passare un camion dei traslochi, sente un cane abbaiare, e risponde: “Sì”.

Molti scrittori e scrittrici del passato erano grandi appassionati di moda: a un certo punto, però, c'è stata una separazione, tanto che oggi può sembrare strano che la moda si interessi alla letteratura, e viceversa. Cos'è successo?

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