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Il racconto da leggere per il World Emoji Day

Il racconto da leggere per il World Emoji Day ha più di ottant’anni. L’ha scritto Achille Campanile, il celebre umorista, ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1931, nella raccolta In campagna è un’altra cosa. Magari l’avete già letto a scuola, visto che è un testo ricorrente in sussidiari, antologie e libri di testo. “La lettera di Ramesse” è ambientato, come suggerisce il titolo, nell’antico Egitto, e parla teoricamente di geroglifici, non di emoji. Ma potrebbe benissimo essere ambientato nel 2018.

Ramesse, giovanotto sentimentale e un po’ impacciato, si prende una cotta per una coetanea, la «soave figlia di Psammetico» e prova a mandarle un messaggio d’amore. Glielo manda con un papiro zeppo di disegnini buttati lì un po’ a caso, una sorta di parodia dei geroglifici. Vuole dirle “Soave fanciulla…” (e disegna come può una tizia), “…dal primo istante in cui vi ho vista” (e butta giù un occhio), “… il mio pensiero vola a voi” (e traccia un pennuto). Quando il papiro le viene recapitato, però, la ragazza capisce tutt’altra cosa, e cioè: “Detestabile zoppa, ho mangiato un uovo al tegamino, voi siete un’oca perfetta”.

È la storia, insomma, di una comunicazione per immagini andata storta, perché ognuno attribuiva un significato diverso alle immagini stesse. Suona familiare? Una ricerca dell’Università del Michigan ha confermato che le persone tendono ad attribuire significati diversi agli stessi emoji, in base al contesto e al giudizio personale.  Il testo della “Lettera di Ramesse” – è un racconto  davvero breve, accompagnato da disegni – si trova online.