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Alcuni scienziati sono preoccupati dalle pubblicità che entrano nei nostri sogni

«Stanno cercando di spingere una droga che crea dipendenza nella mente di persone ingenue su ciò che stanno subendo. Non so se può andare molto peggio di così»: sono le parole con cui Bob Stickgold, neuroscienziato cognitivo e professore di Psichiatria alla facoltà di Medicina di Harvard, ha commentato l’ultima trovata pubblicitaria del marchio di birra Coors, che secondo lui potrebbe presto essere replicata da altre aziende. Come ha raccontato il Guardian, all’inizio di quest’anno Coors ha lanciato una nuova campagna con l’obiettivo di infiltrarsi nei sogni delle persone per convincerle a comprare la birra. Le persone che hanno partecipato all’esperimento sono state incoraggiate a guardare un breve video online prima di andare a letto, quindi a riprodurre un “paesaggio sonoro” di otto ore per tutta la notte. Non è chiaro quanti abbiano preso parte alla manipolazione dei sogni, ma gli esperti avvertono che la campagna di Coors potrebbe aver aperto la porta a un futuro preoccupante.

Il professor Stickgold è stato uno dei coautori di una recente lettera aperta che ha lanciato l’allarme sulle aziende che utilizzano l’incubazione mirata dei sogni. La lettera è stata firmata da 35 ricercatori del sonno e dei sogni di tutto il mondo. «Questo genere di pubblicità non è una trovata divertente, ma un pendio scivoloso con conseguenze reali», scrivono, «Il potenziale dell’uso improprio di queste tecnologie è tanto inquietante quanto ovvio». Negli ultimi dieci anni la ricerca ha dimostrato che gli esseri umani possono essere molto suscettibili ai pensieri o alle idee introdotte mentre dormono. Uno studio del 2014 ha scoperto che i fumatori esposti all’odore di sigarette e uova marce mentre dormivano fumavano il 30 per cento in meno durante la settimana successiva, mentre Stickgold ha affermato che altri esperimenti hanno dimostrato che i pregiudizi razziali possono essere ridotti mediante l’incubazione mirata dei sogni. Sebbene gran parte della ricerca finora sia stata finalizzata a risultati positivi, gli scienziati temono che la minaccia della pubblicità dei sogni sia reale e in un mondo sempre più connesso non è probabile che si limiti alla partecipazione volontaria.