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Secondo un’economista dovremmo privatizzare la Luna per sconfiggere la povertà sulla Terra

Il think tank Adam Smith Institute ha recentemente pubblicato un paper dal suggestivo titolo “Space Invaders: Property Rights on the Moon”, firmato dall’economista Rebecca Lowe. Al centro di questo paper c’è una proposta, un’iniziativa che, se adottata, secondo Lowe potrebbe aiutare il pianeta Terra nella lotta contro la povertà e nella ricerca della felicità. La proposta è: privatizzare la Luna, dividerla in tanti appezzamenti di terreno da distribuire (non si da chi, non si sa come, non si quando, non si sa soprattutto perché) tra le varie nazioni della Terra, alle quali spetterebbe poi la decisione di cosa farne. Secondo Lowe, infatti, è arrivato il momento di superare quel ferrovecchio del Trattato sullo spazio extra-atmosferico, l’accordo sottoscritto dalle Nazioni Unite nel 1967 che impedisce a chicchessia di accampare diritti di proprietà sullo spazio aperto.

L’idea di Lowe è di fare con la Luna una cosa simile a quella fatta con l’Africa nel 1884, l’anno in cui alla Conferenza di Berlino si decise di dividere il continente tra le varie potenze europee. Una volta deciso come spartirsi il nostro amato satellite, starebbe a ogni nazione decidere che fare della neo-acquisita proprietà: assegnarla seguendo logiche di mercato o decisioni governative, farci degli appartamenti di lusso o case popolari, Lowe lascia ampio margine di manovra agli Stati. L’unica cosa di cui Lowe è sicura è che il trattato del 1967 è ormai superato dai tempi: con tutti questi miliardari e le loro passeggiate suborbitali non ha più senso rimanere attaccati a decisioni prese prima che esistessero l’alta velocità ferroviaria e i voli low cost.

La proposta di Lowe è stata accolta con un certo scetticismo, per usare un eufemismo. In particolare, non ha incontrato grandissimo consenso presso la comunità scientifica la tesi, sostenuta nel paper, secondo la quale una privatizzazione della Luna aiuterebbe a risolvere il problema delle disuguaglianze e e della povertà qui sulla Terra. L’unico apparentemente convinto della tesi di Lowe è Daniel Pryor, il presidente dell’Adam Smith Institute (e ci mancherebbe non fosse convinto almeno lui che il paper lo ha pubblicato, viene da dire): «I diritti di proprietà giocano un ruolo fondamentale nell’innalzamento degli standard di qualità della vita, nell’incentivare l’innovazione e nel proteggere la dignità umana qui sulla Terra», ha detto il presidente. Cosa c’entri tutto questo con la Luna, però, ancora non è chiaro.