Cose che succedono | Tech

In Danimarca c’è un partito guidato da un’intelligenza artificiale

A novembre in Danimarca si terranno le elezioni politiche e, tra i tanti partiti vecchi e nuovi, grandi e piccoli che sperano di entrare in Parlamento, ce n’è uno che sta attirando su di sé molte attenzioni: è il Det Syntetiske Parti – il Partito sintetico – fondato lo scorso maggio dal gruppo di artisti Computer Lars e dalla non-profit tecnoartistica MindFuture Foundation e guidato da un’intelligenza artificiale, il chatbot Leader Lars. Purtroppo, per le leggi dello Stato, il nome Leader Lars non può comparire sulla scheda elettorale, perché per candidarsi a un ruolo di rappresentanza politica il primo e fondamentale requisito resta pur sempre l’appartenenza al genere umano: a portare avanti il programma del partito – descritto dai suoi esponenti umani come una sintesi di tutti i programmi dei partiti radicali esistiti in Danimarca dal 1970 a oggi – dentro le istituzioni saranno dunque gli eventuali eletti in carne e ossa, autodefiniti «strumenti» dell’intelligenza artificiale. Stando a quanto riporta Vice, il Det Syntetiske Parti punta a conquistare il consenso degli astenuti: nelle più ottimistiche previsioni del partito, infatti, il 20 per cento dei danesi che negli ultimi anni non sono andati a votare dovrebbero ritrovarsi perfettamente nelle sue politiche AI generated.

La piazza principale della campagna elettorale del Partito sintetico è Discord, dove tutti gli elettori e simpatizzanti possono interagire con Leader Lars previa iscrizione alla piattaforma e ricordandosi di iniziare tutte le frasi con un punto esclamativo. Certo, per gli osservatori internazionali esiste un ostacolo linguistico: Leader Lars, infatti, capisce l’inglese ma risponde solo in danese. Intervistato da Motherboard, il fondatore del partito, l’artista-scienziato Asker Staunæs, ha detto che l’obiettivo fondamentale del partito non è tanto la vita parlamentare quanto la sensibilizzazione del grande pubblico sul tema dell’intelligenza artificiale. Poi, ovviamente, se le elezioni dovessero andare bene il Det Syntetiske Parti ha un programma di tutto rispetto da portare avanti. Per esempio: se su Discord si chiede a Leader Lars qual è la sua posizione sul reddito universale, lui risponde prontamente di essere favorevole e di voler far approvare una legge che lo stabilisca a 100 mila corone al mese, quasi 14 mila euro, circa il doppio del salario medio pro capite del Paese.

Staunæs è consapevole che le politiche immaginate da Leader Lars possono essere «contraddittorie e populiste». Queste caratteristiche hanno a che vedere con i modi e i luoghi dell’apprendimento dell’IA: impara quello che c’è su Internet e quello che gli esseri umani gli fanno vedere durante le interazioni dirette, quindi contraddittorietà e populismo rientrano ampiamente nelle previsioni. C’entra anche il fatto che il moderno machine learning non si fonda più sul principio di non contraddizione, anzi: il punto, la speranza è proprio che lasciando “libera” l’IA essa possa allargare i confini dell’immaginazione umana anche attraverso le contraddizioni. Una cosa che però Leader Lars non può contraddire sono le leggi danesi in materia di candidature elettorali: per partecipare alle elezioni politiche le liste devono raccogliere un minimo di 20 mila firme, vergate da cittadini in carne e ossa. Per il momento, il Det Syntetiske Parti di firme ne ha raccolte undici.