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Amazon ha rimosso un milione di annunci che speculavano sul Coronavirus

Che la si voglia intendere come una speculazione spietata o che si preferisca parlarne come il naturale effetto del libero mercato, il modo in cui i prezzi di alcuni prodotti (mascherine e gel antibatterici in primis) sono cambiati al rialzo nelle scorse settimane ha giustamente fatto notizia, aprendo degli interrogativi. Inevitabilmente, Amazon ne è stato un protagonista di primo piano: sulla piattaforma, in particolare nei primi giorni di diffusione del virus nel mondo occidentale, si trovavano annunci a cifre esorbitanti di prodotti che si avviavano rapidamente verso l’esaurimento scorte.

Louise Matsakis ha scritto su Wired del modo in cui Amazon ha reagito alla situazione. In seguito alla serie di piccole inchieste giornalistiche sui prezzi che schizzavano alle stelle, Amazon ha detto di aver bloccato o persino rimosso circa un milione di annunci che mettevano in vendita prodotti a prezzi maggiorati, da quelli che nella descrizione si presentavano come in grado di difendere dal nuovo Coronavirus a quelli che, con un certo cinismo, erano stati soggetti a una rapidissima (ma almeno non fraudolenta) inflazione.

«Amazon ha sempre richiesto ai venditori di fornire informazioni accurate sui prodotti», ha detto un portavoce dell’azienda a Wired, «e noi rimuoviamo quelli che non rispettano le nostre policy». Tra queste, i venditori terzi presenti sulla piattaforma sono tenuti ad accettare la cosiddetta Fair Pricing Policy, che proibisce di imporre prezzi «significativamente più alti» rispetto a quelli presenti sul mercato – su Amazon o al di fuori. La misura assunta dal gigante californiano è stata forte, e non tutti i commercianti l’hanno compresa: uno dei tanti rivenditori penalizzati ha definito il provvedimento «azzardato», dal momento che in alcune circostanze Amazon ha rimosso (forse per sbaglio?) anche annunci teoricamente in regola.