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Nel Partito laburista inglese c’è stata una scissione contro la linea di Corbyn

Un drappello di deputati del Labour ha abbandonato il partito, in polemica con l’operato del leader Jeremy Corbyn, accusando l’antisemitismo presente nel partito e le ambiguità sulla Brexit: il Guardian aveva scritto stamattina che i parlamentari avrebbero probabilmente annunciato a breve giro la scissione, citando cinque laburisti tra cui Chris Leslie, Chuka Umunna e Luciana Berger, con una puntualizzazione: «Nonostante il numero esiguo, sarebbe la più grande spaccatura da quando, negli anni ’80, quattro esponenti del Labour Party si dimisero per fondare il partito socialdemocratico». Commentando la defezione ormai certa di questi laburisti, l’editor di ITV News Robert Peston ha notato come il mistero non sia legato alle ragioni, ma alla tempistica del gesto: «Persino i responsabili della campagna People’s Vote cercano disperatamente di convincere i deputati a ritardare la decisione, perché pensano che, se dovessero lasciare adesso il Labour, questo rafforzerebbe la riluttanza di Corbyn e altri a sostenere il secondo referendum (…). Dunque la grande domanda è perché, se vogliono una nuova consultazione del popolo, ne stanno minando la possibilità».

Dopo essersi riuniti per una conferenza a Westminster, i  sette deputati laburisti hanno annunciato di essersi dimessi e di voler continuare l’attività parlamentare da indipendenti. Le loro dichiarazioni hanno messo l’accento sulle questioni citate: Luciana Berger ha parlato di «organizzazione istituzionalmente antisemita» dove prevalgono «bullismo, bigottismo e intimidazioni»; anche il collega Mike Gapes ha menzionato l’antisemitismo nel Labour, sostenendo che la strategia di Corbyn stia facilitando il divorzio dall’Unione Europea dell’Inghilterra, poiché «il presidente e quelli che lo circondano stanno dalla parte sbagliata in diverse questioni internazionali, dalla Russia alla Siria, al Venezuela». Altri colleghi hanno denunciato inoltre quelli che ritengono i limiti di un movimento spostato troppo a sinistra, legato «a un’ideologia rigida e datata», a «un mondo ancora diviso tra oppressori e oppressi»; Gavin Shuker ha accusato il partito di «aver voltato le spalle a speranze e ambizioni dell’elettorato», mentre Chuka Umunna ha spiegato «la necessità di un partito politico “adatto al qui e ora”». Il nuovo gruppo indipendente ha già lanciato un account Twitter. Corbyn, dal canto suo, si è detto «deluso del fatto che questi parlamentari non si sentano in grado di continuare a lavorare sulle politiche che ci hanno consentito il miglior risultato elettorale dal 1945 (…), proprio quando sarebbe il momento di riunire le persone per costruire un futuro».