Cose che succedono | Premi

Non ci sono mai state così tante storie sulla crisi climatica candidate al Pulitzer

Cosa possiamo evincere sullo stato del giornalismo, e quindi, del mondo in cui viviamo, osservando i Premi Pulitzer assegnati quest’anno? Sicuramente la conferma ci troviamo nel bel mezzo di una crisi climatica. Nella categoria Breaking News dei Pulitzer, infatti, ben due delle tre storie finaliste riguardano il clima. Il primo premio è stato assegnato alla piccola redazione di Lookout Santa Cruz per il racconto delle inondazioni nella contea di Santa Cruz, in California, a gennaio del 2023, e delle loro conseguenze. La giuria ha elogiato «la copertura svelta e dettagliata, focalizzata sulla comunità, durante un fine settimana festivo, delle inondazioni catastrofiche e degli smottamenti che hanno sfollato migliaia di residenti e distrutto più di 1000 case e attività commerciali».

Tra i due finalisti c’era anche la redazione di Honolulu Civil Beat «per la sua copertura peculiare, ampia e veloce sugli incendi di Maui che hanno ucciso più di 100 persone e lasciato una città storica in rovina, per aver chiamato in causa i funzionari responsabili e aver raccontato le conseguenze e gli sforzi di ricostruzione» e lo staff del Los Angeles Times «per la copertura puntuale e attenta della sparatoria avvenuta durante la notte di Capodanno che ha causato la morte di 11 anziani, dimostrando una chiara competenza e impegno nei confronti delle comunità asiatiche locali».

Il premio più ambito, nella categoria Public Service, l’hanno vinto Joshua Kaplan, Justin Elliott, Brett Murphy, Alex Mierjeski e Kirsten Berg di ProPublica, per il loro «rapporto rivoluzionario e ambizioso che ha squarciato lo spesso muro di segretezza che circonda la Corte Suprema che ha rivelato come un piccolo gruppo di miliardari politicamente influenti ha corteggiato i giudici con doni sontuosi e viaggi, spingendo la Corte ad adottare il suo primo codice di condotta».

Tra i media che hanno vinto due premi ci sono ProPublica, il New York Times, il New Yorker, Reuters e il Washington Post. Il New York Times ha vinto sia nella categoria Investigative Reporting per l’inchiesta di Hannah Dreier sullo sfruttamento del lavoro di minori migranti negli Stati Uniti, sia per la sua copertura dell’attacco di Hamas del 7 ottobre, «per il racconto dei fallimenti dell’intelligence israeliana nel prevenirlo e per quello della risposta israeliana con i bombardamenti nella Striscia di Gaza, e delle loro conseguenze sui civili».

Come sempre le 15 categorie premiate riguardano soprattutto il giornalismo, ma ci sono anche letteratura, musica e teatro. In particolare ci teniamo a menzionare la vincitrice della categoria Memoir e autobiografia, Cristina Rivera Garza, con un libro che anche noi abbiamo amato moltissimo (l’avevamo incluso nei libri del mese di aprile dell’anno scorso, qui la nostra recensione) L’estate invincibile di Liliana, pubblicato in Italia da Sur nella traduzione di Giulia Zavagna, definito dalla giuria «un racconto rivoluzionario della sorella ventenne dell’autrice, assassinata da un ex fidanzato, che mescola memorie, giornalismo investigativo femminista e biografia poetica cuciti insieme con una determinazione nata dalla perdita».