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Ci sono Domenico Starnone e Veronica Raimo nella longlist dell’International Booker Prize

Ci sono due libri italiani nella longlist dell’International Booker Prize: Via Gemito di Domenico Starnone e Niente di vero di Veronica Raimo. O meglio, le loro versioni tradotte in inglese: quindi The House On Via Gemito (pubblicato da Europa Editions, la casa editrice in lingua inglese delle Edizioni e/o, nella traduzione di Oonagh Stransky), e Lost On Me (pubblicato da Virago e tradotto da Leah Janeczko).

È la seconda volta in cui un italiano (anzi, due) raggiunge la longlist dell’International Booker Prize: la prima volta era successo nel 2016, alla prima edizione dedicata ai libri. E si trattava ancora di un libro di Europa Editions: Storia della bambina perduta di Elena Ferrante, tradotto in inglese come Story Of The Lost Child, tradotto da Ann Goldstein.

Via Gemito di Starnone non è affatto un libro recente: uscì in Italia nel 2001, ed è un po’ la storia di Starnone stesso, almeno in parte. Racconta della vita di Federì, pittore ma costretto a fare il ferroviere per vivere, frustrato e violento, attraverso la voce del primogenito. Via Gemito è una strada del Vomero in cui Starnone e la sua famiglia vissero davvero. Il romanzo ha vinto il Premio Strega, il Napoli e il Campiello nel 2001. Anche Niente di vero ha molta autobiografia: Clara Mazzoleni, su queste pagine, scriveva che «è un vero godimento assistere in prima fila allo spettacolo d’arte varia di una personalità che prende forma così, sempre in divertita reazione alle stranezze degli altri, e poi alle proprie, devota alla causa di non prendere mai niente sul serio, a meno che non lo sia davvero».

L’International Booker Prize è un premio letterario internazionale molto prestigioso: è assegnato nel Regno Unito e dedicato ai libri tradotti in inglese, dal 2016 frutta 50mila sterline al titolo vincitore (metà all’autore o autrice, metà al traduttore o traduttrice) – mentre prima era dedicato alla persona in sé, non a uno specifico titolo. Negli ultimi anni hanno vinto titoli di cui si è parlato molto di scrittori e scrittrici che hanno poi ottenuto una fama notevole: Han Kang, con La vegetariana nel 2016 (pubblicato da Adelphi), Georgi Gospodinov con Cronorifugio (in Italia edito da Voland; Gianluca Herold, per Rivista Studio, l’aveva intervistato qui) nel 2023, e soprattutto Olga Tokarczuk nel 2018 con I vagabondi. La scrittrice polacca, solo pochi anni dopo, vincerà anche il Premio Nobel.