Un nuovo modo di andare al cinema si è diffuso negli ultimi anni nelle città: proprio quando si pensava che multisala e piattaforme non avrebbero lasciato spazio, si sono affermati piccoli cinema di quartiere.
Il mare a Milano non c’è, ma Milano non è così lontana dal mare. Ci si potrebbe arrivare, a immaginarsi acqua: lungo il Naviglio, fino al Ticino, poi nel Po, e di lì nel Mediterraneo. La pratica è più difficile, per non dire impossibile, a causa dei tratti non navigabili, delle chiuse che regolano i flussi di acqua e dei dislivelli. Ma non c’è solo questo, che rende Milano una città quasi marittima. C’è la prossimità al mare, due ore di treno, un’ora di autostrada per il Tirreno. C’è la molteplicità delle provenienze geografiche, perché Milano è una città poco stanziale, una città-porto, appunto, in cui arrivano decine di migliaia di persone all’anno, e portano con sé le proprie storie che, in Italia, sono spesso storie legate al mare.
Insieme a North Sails, brand di riferimento nell’abbigliamento casual e tecnico ispirato al mondo della vela, abbiamo raccontato tre storie di chi, da Milano, vive come se un pezzo di mare fosse qui, quasi quotidianamente. E si impegna, un po’ per lavoro e un po’ per passione, a trasmettere questa passione e questa vicinanza a suo figlio.
La prima storia è quella di Gabriele e Leonardo Martinato, canoisti: Gabriele, istruttore di canoa, ha trasmesso l’amore per i remi a Leonardo, suo figlio. In mare, sul lago, fino al Naviglio di Milano: Gabriele collabora con il circolo Canottieri Milano, una delle istituzioni della città. una polisportiva ultracentenaria, fondata nel lontano 1890 sul Naviglio Grande, che oggi ospita nuoto, pallanuoto, basket, tennis, atletica e canoa.
Abbiamo incontrato Gabriele e Leonardo un mattino di inizio primavera: li abbiamo seguiti negli allenamenti indoor e lungo le acque del Naviglio, abbiamo parlato con loro dell’amore per la canoa e dell’effetto che fa immaginare di avere un po’ di mare a Milano.
Foto in copertina e video sono di Andrea Lops.

Un nuovo modo di andare al cinema si è diffuso negli ultimi anni nelle città: proprio quando si pensava che multisala e piattaforme non avrebbero lasciato spazio, si sono affermati piccoli cinema di quartiere.

Non è più un semplice gesto culturale: il recente caso Radiohead mostra come il live sia diventato oggetto di culto, tra mercificazione dell’accesso, partecipazione trasformata in status, crisi di panico e di pianto.