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Jia Tolentino ha visitato la prima palestra al mondo pensata solo per la faccia

Jia Tolentino è la giornalista del New Yorker a cui avevamo dedicato una delle nostre puntate sul tema della nuova identità femminile. Così scriveva Anna Momigliano nel ritratto della giovane canadese di origine filippina: «Sa scrivere di Elena Ferrante e di Nicki Minaj, di patatine fritte e della Corte Suprema, con lo stesso tono, dando sempre l’impressione di stare esplorando qualcosa d’importante e profondo e leggero». Questo articolo pubblicato dal New Yorker non è soltanto l’ennesima prova della bravura di Tolentino e della flessibilità di cui avevamo scritto: è anche molto divertente, almeno all’inizio. Tolentino parla di un’esperienza alquanto singolare: la sua visita a Face Gym, la prima palestra al mondo pensata esclusivamente per la faccia. A convincerla è una semplice mail che sponsorizza il programma di “face workout”, che consiste in un riscaldamento, una fase cardio, una di “sculpting” e un momento di rilassamento finale, il tutto prestando molta attenzione agli zigomi, per ottenere guance così alte da fare invidia. «Un inferno che dovevo provare sulla mia pelle», scrive Tolentino.

Quello della palestra facciale è il punto di partenza per una riflessione molto più ampia, in questo caso sul culto dell’apparenza femminile e il femminismo pop. Citando la collega Amanda Hess del Time: «le aspettative riguardo all’aspetto fisico delle donne non sono mai state alte come oggi, eppure ammetterlo è diventato un tabù. Dalle donne ci si aspetta che siano allo stesso tempo femminili e femministe». Pare che la palestra facciale funzioni davvero: guardandosi nello specchio dopo il “workout” (costituito da una serie di massaggi effettuati con creme e strumenti specifici), Tolentino nota un reale miglioramento. Ma l’efficacia di Face Gym non ha fatto che aumentare le sue preoccupazioni: la continua proliferazione di metodi per mantenersi (o tentare disperatamente di diventare) belle e giovani testimonia, secondo lei, un’adesione «quasi religiosa all’idea che possiamo e dovremmo usare ogni strumento disponibile per sforzarci continuamente di apparire migliori, come se questo fosse il motivo per cui siamo vive».