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Nel 2050 molte più città di quanto si pensasse saranno sommerse

Entro il 2050 molte più città di quanto credessimo, fra cui Mumbai in India e Ho Chi Minh (Saigon) in Vietnam, saranno sommerse a causa dell’innalzamento dei mari. È quanto rileva una ricerca del Climate Central, un’organizzazione scientifica di base nel New Jersey, pubblicata su Nature Communications e ripresa dal New York Times. Lo studio si basa un metodo innovativo per calcolare l’elevazione del suolo sulla base di immagini satellitari, che è poi il metodo standard per stimare gli effetti dell’innalzamento del livello del mare. I risultati ottenuti hanno rivisto in negativo i dati già in possesso della comunità scientifica, ritenuti «troppo positivi»: la nuova ricerca mostra infatti che circa 150 milioni di persone vivono vivono oggi in territori che saranno al di sotto della linea di alta marea entro la metà del secolo.

Come ha spiegato Scott A. Kulp, uno degli autori dello studio, al Nyt: «Le misure standard di elevazione del suolo utilizzate dai satelliti fanno fatica a differenziare il vero livello del suolo dalle cime degli alberi o degli edifici». Per questo motivo, i ricercatori hanno usato l’intelligenza artificiale per determinare il tasso di errore e correggerlo. Stando ai loro rilevamenti «in Thailandia oltre il 10% dei cittadini vive attualmente su terreni che probabilmente saranno inondati entro il 2050, mentre con il precedente metodo la percentuale di cittadini in pericolo era calcolata all’1%». Oltre alle già citate Mumbai e Ho Chi Mihn (e Giacarta in Indonesia, tant’è che da molti anni si discute di spostare la capitale), tra le città più a rischio ci sono Bangkok, Shanghai e Basra in Iraq.

Secondo il team di studiosi, i governi nazionali dovrebbero lavorare per tempo a dei piani di evacuazione e ricollocazione interna delle popolazioni a rischio, perché i sistemi di contenimento attualmente in nostro possesso potrebbero poco di fronte all’innalzamento delle maree e a un eventuale scatenarsi degli elementi. Lo ha dimostrato molto chiaramente l’uragano Katrina, che nel 2005 ha devastato New Orleans spazzando via tutti gli argini e le protezioni. I rischi del sottovalutare questi dati sono molteplici e non si esauriscono nella conta delle vittime e dei danni una volta che quegli eventi climatici si saranno manifestati: anche i ricercatori di Climate Central, infatti, hanno sottolineato come i cambiamenti climatici di questa portata siano causa di instabilità politica, guerre e aumento del terrorismo, come scriveva lo scorso maggio l’Economist.