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La prima immagine del buco nero al centro della nostra galassia

Il 10 aprile del 2019 il team dell’Event Horizon Telescope (EHT) aveva sbalordito il mondo con la prima fotografia di un buco nero mai realizzata. Per ottenerla i ricercatori avevano elaborato le immagini raccolte da otto radiotelescopi sincronizzati in grado di creare un interferometro virtuale potentissimo, delle dimensioni pari a quelle della Terra. Nel 2017, per dieci giorni consecutivi, i telescopi disseminati per il mondo si erano alternati nello scrutare il centro della Via Lattea e della galassia M87. E nel 2019 l’EHT aveva diffuso la prima immagine ottenuta: quella del buco nero M87. In quell’occasione avevamo raccolto alcune delle storie più interessanti che riflettevano sulla portata storica dell’evento: il significato che aveva avuto per gli studiosi, le persone che avevano contribuito a realizzarlo, la storia dell’EHT e della sua ricerca sui buchi neri. Oggi, gli stessi astronomi hanno annunciato di essere riusciti a catturare un’altra immagine.

Secondo quanto riportato dall’articolo che il New York Times ha dedicato al nuovo studio EHT, esiste un buco nero al centro di quasi tutte le galassie, inclusa la nostra. Paradossalmente, nonostante la loro capacità di inghiottire la luce, i buchi neri sono gli oggetti più luminosi dell’universo. I materiali che cadono al loro interno (gas, polvere, stelle frantumate) vengono riscaldati a milioni di gradi in un denso vortice di campi elettromagnetici. La maggior parte di quella materia cade nel buco nero, ma parte di essa viene scaraventata all’esterno da enormi pressioni e campi magnetici (i quasar). È stata proprio la scoperta dei quasar, negli anni Sessanta, a convincere fisici e astronomi dell’esistenza dei buchi neri. Mostrata nel corso di sei conferenze stampa simultanee a Washington e in tutto il mondo, la nuova immagine ritrae il buco nero che si trova al centro della Via Lattea, il Sagittarius A*.

Il “nostro” buco nero è un obiettivo decisamente più difficile di M87. È meno di un millesimo della sua massa e delle su dimensioni e, quindi, evolve mille volte più velocemente. Se durante una sessione di osservazione di una settimana M87 si sposta a malapena, il Sagittarius A* cambia aspetto ogni cinque minuti. Anche se è più piccolo di M87, ci dicono gli astronomi, è comunque grandino: 4 milioni di volte più grande del sole. Per fortuna è molto lontano da noi: dista circa 27mila anni luce dalla Terra.