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Perché dopo la pandemia volare potrebbe costare di più

Mentre alcune compagnie aeree non si sono fermate, facendo volare flotte di passeggeri per il rimpatrio, e altre hanno convertito i propri mezzi per il trasporto di attrezzature mediche e rifornimenti, l’attenzione al settore dell’aviazione globale sta diventando uno degli aspetti principali del periodo, considerando il numero sempre più crescente di Paesi che hanno iniziato ad allentare le misure di sicurezza e i relativi blocchi per Coronavirus. Ed è riflettendo sul modo in cui la pandemia impatterà sui voli, che la Bbc si è domandata se i biglietti saranno più cari.

Nonostante si potrebbe ipotizzare un abbassamento delle tariffe per agevolare la ripresa del turismo, almeno a breve termine, e quindi incentivare i consumatori, ci sarebbero numerosi fattori che potrebbero al contrario far aumentare il costo del biglietto, come le perdite registrate dalle compagnie durante il lockdown. E la grande incognita è quanto velocemente i passeggeri torneranno a volare, con la sensazione generale nel settore che l’aviazione non tornerà ai numeri pre-pandemici fino al 2022, 2023 e oltre. A questo si aggiunga che, secondo quanto previsto dalla Iata, l’associazione mondiale delle compagnie, il costo medio di un biglietto aereo in Europa potrebbe aumentare del 49 per cento, dai 125 euro dell’anno scorso a 186 euro (e questo accadrebbe se le compagnie venissero obbligate a tenere vuoto il posto in mezzo in ogni fila da tre). Il costo dei biglietti quindi «aumenterebbe per avere gli stessi ricavi di prima», ha detto Alexandre de Juniac, direttore generale della Iata: «Questo significherebbe solo una cosa: addio ai viaggi economici».

Il fatto è che i prezzi delle compagnie aeree, ha spiegato Benjamin Cany di Amadeus, azienda operante nel mercato dei viaggi, si basano normalmente su una combinazione di calcoli e modelli scientifici, «tra cui anche la motivazione a viaggiare, ovviamente ipotizzata, dei passeggeri, unendo a questo le necessità della compagnia stessa». L’opinione generale è che i viaggi nazionali si riprenderanno per primi, un’idea con cui Peter Foster, Ceo della compagnia aerea nazionale del Kazakistan Air Astana, è d’accordo. «Riteniamo che i viaggi di lavoro, dei lavoratori e degli studenti si riprenderanno molto prima dei viaggi di piacere. Saranno tratte più brevi, nello stesso Stato», ha detto.