Stili di vita | Motori

Il ritorno delle macchine vecchie

Si chiamano "youngtimer", sono le auto prodotte dal 1980 al 2000 e stanno vivendo un vero e proprio boom.

di Antonio Bergero

Una Peugeot 205 GTI Plus

L’altro giorno, a Milano, ho sentito per strada un rombo familiare che non sentivo da un po’, un rumore di marmitta sordo, roco, di quando il sound dell’auto era un requisito irrinunciabile. Era un’Alfa 75 di inizio anni ‘90 e, a guidarla, c’era un ragazzo che aveva pochi anni più della macchina. Un’auto euro zero, che comunque può circolare con l’area B chiusa ma che probabilmente il suo proprietario non scambierebbe con un’utilitaria nuova fiammante ed Euro 6.

Sarà stato un’altra vittima della recente passione per le auto vecchie; non d’epoca, proprio auto che potremmo definire, brutalmente, vecchie e persino ordinarie. Niente collezionisti di supercar e fuoriserie a basso chilometraggio, conservate come opere d’arte in atmosfera controllata e che, al massimo, fanno una capatina al Goodwood Festival of Speed o ai pregiati raduni monomarca. Qui si parla di enthusiast, ovvero appassionati che spesso hanno solo un’auto, che recuperano le cosiddette youngtimer, le auto prodotte dal 1980 al 2000. Quattroruote ha già creato un mensile apposito, che si chiama proprio Youngtimer e fioriscono pagine social, aste e annunci dedicati. I modelli sportivi e più blasonati hanno subito un’impennata di valore incredibile: la mitica Lancia Delta Integrale Evoluzione si trovava solo dieci anni fa anche a meno di 20mila euro ed era guardata da molti come un’auto superata, dai consumi come una petroliera e troppo spesso deturpata dai peggiori meccanici di provincia, i cui nomi riempiono il libretto di circolazione in una lista a due cifre. Oggi è tra le regine delle youngtimer e vanta fan che farebbero di tutto per averne una, pur con le quotazioni che viaggiano tra i 50 e gli oltre 100mila euro.

Ma si recuperano con piacere anche automobili comuni e poco costose, tutte quotate ampiamente sotto i 10 mila. Le prime Fiat Panda, le Punto, le Y10, le Bmw Serie 3 molto piacevoli da guidare con la loro selvaggia trazione posteriore, le instancabili Mercedes e le scomparse Saab, per dirne alcune.

Una Lancia-Delta HF Integrale EVO

Uno degli idoli di questi novelli petrolheads è Davide Cironi, creatore di un canale youtube seguitissimo – ha superato le 70 milioni di visualizzazioni – e ora approdato in tv con Dal pollaio alla pista su Motor Trend. Cironi ha iniziato proprio provando le “bare su ruote” degli anni ‘80, le famigerate utilitarie sportive prevalentemente con motori turbo, protagoniste delle stragi del sabato sera e di una guida adrenalinica irreplicabile sulle sicure vetture moderne. Cironi, classe ‘87, ha come motto «non amo le auto, è che sono proprio condannato» e ogni volta che fa un video su una macchina, questa sale di interesse tra gli appassionati.  Le ragioni del fenomeno youngtimer sono varie e, tra queste, c’è sicuramente la riscoperta di una guida più diretta e il fascino di auto concepite in un periodo nel quale i ragazzini ancora si appendevano in camera i poster delle auto, di quando l’infotainment non era il maggiore interesse degli acquirenti e gli zero optional erano una prassi di rigorosità filotedesca. Le youngtimer rappresentano un approccio radicale e vagamente nostalgico, dove si compra la macchina del padre o un mezzo per far girare la testa alla gente senza spendere cifre da capogiro, immaginandosi negli anni ‘90 ad ascoltare su cassetta “Children” di Robert Miles (quella vera).

Anche se la cultura automobilistica arranca, la retorica del mezzo di trasporto che ci caratterizza attecchisce ancora, tendiamo a riempire l’automobile di molta importanza sociale. D’altronde, anche Michele Serra ha ricordato che, se non fosse per capolavori come la Jaguar E-Type o certe Ferrari, nel ‘900  avremmo avuto come massima espressione artistica solo alcune sedie di design. Che poi l’auto e le moto siano un feticcio è ormai noto ma, in fondo, a molti piace così. Il film Somewhere di Sofia Coppola si apre con il rombo di una Ferrari 599 Gto nera che gira in tondo, apparendo e scomparendo dall’obiettivo, in un tempo che sembra infinito e sembra una rappresentazione perfetta della noia cosmica. Ma è anche inappuntabile, come ho letto da qualche parte, che qualcosa è andato storto se negli anni ‘70 sui manuali di uso e manutenzione delle auto era riportata la procedura per regolare le valvole del motore mentre oggi c’e scritto che è sconsigliato bere il liquido della batteria.