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Montreux, Svizzera francese. A luglio, in questa piccola cittadina sulle sponde del lago Lemano, si tiene dal 1967 uno dei festival musical più importanti al mondo: il Montreux Jazz Festival. Un festival entrato nella storia per le esibizioni dei grandi nomi della scena musicale globale, jazz ma non solo: sono passati di qui, tra gli altri, Miles Davis, Nina Simone, James Brown, Stan Getz, ma anche David Bowie, Prince, Bob Dylan. E, più di recente, Radiohead, Kendrick Lamar, Pharrell Williams, Tyler The Creator, Rita Ora. È noto, per esempio, che “Smoke on the Water”, famosa canzone dei Deep Purple, fu ispirata dall’incendio del Casinò di Montreux durante un’esibizione di Frank Zappa.
Il Festival, che fu fondato da Claude Nobs, è oggi diretto da Mathieu Jaton, che durante una conferenza stampa lo ha definito uno dei tre più importanti al mondo «insieme a Coachella e Glastonbury» per quanto diverso da entrambi. Quella di quest’anno era la 59esima edizione _ vigilia di un anniversario importante – sono state registrare 250 mila presenze e uno dei momenti culmine è stato l’Audemars Piguet Parallel experience, un minifestival nel festival arrivato alla terza edizione che vede la collaborazione del brand, che questa’anno festeggia il suo centocinquantesimo anniversario con il Montreux Jazz.

Peggy Gou at Audemars Piguet Parallel Experience 2025 © Courtesy of Audemars Piguet and Montreux Jazz Festival
L’AP Parallel di quest’anno ha colpito innanzitutto per la location. La centrale termica dismessa di Vouvry, uno scenario post industriale, da film di fantascienza. All’interno dello spazio, tra serbatoi, luci cyberpunk, sale di controllo si sono esibiti i dj Alex Wann, Chloé Caillet, e la star dell’house music Peggy Gou. I tre hanno dato vita a un’esperienza difficilmente dimenticabile. Un viaggio nella musica sospeso nel tempo, uno di quei momenti che solo i grandi festival sono in grado di farti vivere.

Il brand nato in Puglia ha appena inaugurato un nuovo spazio, Officina Circolo, dove prende forma l’idea dell’abito che il fondatore Gennaro Dargenio aveva immaginato per Circolo 1901: essenziale, di qualità e che non cede alle tendenze del momento.