Cose che succedono | Storia

Atlas Obscura ha raccontato il massacro di animali domestici avvenuto in Inghilterra nel 1939

Nel 1939, in Inghilterra, ha avuto luogo quello che oggi viene chiamato The British Pet Massacre: circa 400 mila animali vennero uccisi volontariamente dai loro proprietari. In previsione dell’inizio del secondo conflitto mondiale, e quindi dei bombardamenti e della carenza di provviste che questo avrebbe certamente causato, il Narpac (National Air Raid Precautions Animals Committee) divulgò un pamphlet di istruzioni nel quale suggeriva al popolo inglese di allontanare gli animali, mettendoli in salvo in aperta campagna. Nell’eventualità che ciò non fosse possibile, si suggeriva di procedere all’eliminazione: un modo per evitare loro di morire di fame o sotto le bombe.

La tomba di Simon, un gatto che si distinse per il suo ruolo all’interno del servizio navale inglese, insignito postmortem della Dickin Medal.

Nella prima settimana di settembre 1939, i cittadini inglesi assistettero a uno spettacolo triste e surreale: fuori dai veterinari si estendevano lunghissime code di persone che tra le braccia tenevano gatti, cani, uccelli e coniglietti. A tutte le ore del giorno della notte, i proprietari entravano negli edifici per uscirne a mani vuote: dentro, i veterinari, che lavorarono ben oltre i loro consueti orari, si occupavano di praticare l’eutanasia a tutti gli animali. Come sottolinea la storica Hilda Kean, che ha ricostruito il tragico evento nel suo ultimo libro,The Great Cat and Dog Massacre, raccontato da Atlas Obscura, tutto appare ancora più grottesco se si considera che la Narpac non aveva consigliato niente di simile: in realtà le indicazioni divulgate riguardavano gli animali da cortile e delle fattorie, mentre non era stata data alcuna disposizione precisa riguardo al comportamento da adottare con gli animali domestici.