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La nuova stagione di Scrubs si farà e ci sarà anche la reunion del cast originale Se ne parlava da tempo ma ora è ufficiale: nuova stagione in produzione, con il ritorno del trio di protagonisti.
La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.
Trump si è complimentato con il Presidente della Liberia per il suo inglese, non sapendo che in Liberia l’inglese è la prima lingua Joseph Boakai, nonostante l'imbarazzo, si è limitato a spiegargli che sì, ha studiato l'inglese nella sua vita.
Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".

Ambasciata Usa e Fratelli Musulmani: lo scontro su Twitter

14 Settembre 2012

Qualcuno l’ha ribattezzata la “dicotomia in stile Yasser Arafat,” in onore del leader palestinese che aveva l’abitudine di adattare il suo messaggio a seconda del pubblico cui si rivolgeva: un messaggio in inglese, ad uso e consumo dell’audience occidentale, e un altro in arabo, rivolto al pubblico locale (a proposito: anche di questo vi parliamo più nel dettaglio nella storia di copertina del numero di Studio che trovate in edicola).

Una strategia di comunicazione che forse poteva funzionare qualche anno fa, quando notizie e dichiarazioni circolavano più lentamente e, soprattutto, quando era più raro trovare persone che avevano studiato l’arabo nelle cancellerie e nei media occidentali.

Questo, almeno, è quello che verrebbe da pensare in queste ore, seguendo lo scontro via twitter tra l’ambasciata americana del Cairo (@USEmbassyCairo) e i Fratelli Musulmani egiziani (@ikhwanweb)

Mentre i manifestanti protestavano davanti alla sede diplomatica americana contro l’ormai famigerato “film su Maometto,” l’account dei Fratelli Musulmani ha twittato: “Siamo sollevati che nessuno dello staff dell’ambasciata Usa si sia fatto male e speriamo che i rapporti tra Usa ed Egitto superino questa turbolenza.”

A quel punto l’account dell’ambasciata, gestito dal diplomatico Larry Schwartz (che già era stato oggetto di critica per il suo uso disinibito dei social media) ha risposto: “Grazie. Comunque, avete controllato il vostro feed in arabo? Spero sappiate che anche noi leggiamo l’arabo.” Al che i Fratelli Musulmani hanno risposto: “comprendiamo che siete in una situazione di grande stress, ma sarebbe più utile che indicaste esattamente a quale feed in arabo vi state riferendo.

A quel punto, qualcuno deve avere consigliato a Schwartz di darci un taglio, e lui non ha risposto. Comunque è possibile, se non probabile, che il diplomatico si riferisse al comunicato sulla manifestazione diffuso sul web in arabo dal FJP, il partito legato ai Fratelli Musulmani, il cui link era stato ritwittato da @ikhwanweb (nota: sulla bio c’è scritto esplicitamente RT=endorsement, esattamente il contrario di quello che mettono la stragrande maggioranza dei twitterati). Il comunicato invitava a manifestare davanti all’ambasciata americana, sottolineando “il dovere del popolo egiziano musulmani di esprimere la sua rabbia e il trionfo del Santo Profeta”.

In un primo momento, i Fratelli Musulmani/FJP avevano esortato i loro a manifestare – in maniera pacifica, è bene ricordare – ma poi il movimento/partito ha impartito un contrordine.

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