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La Casa Bianca, Jimmy Kimmel e il problema delle petizioni

Tra i tanti problemi connessi a essere il Presidente degli Stati Uniti, ce n’è uno minore che si è fatto strada solo negli ultimi anni: quello delle petizioni. Secondo l’ordinamento americano originale, la Casa Bianca doveva dare un parere ufficiale su istanze che avessero ottenuto più di 25.000 firme. Poi, nel 2012, arrivarono cose come la celebre petizione che chiedeva al governo federale di costruire la Morte Nera di Star Wars (risposta: no, non si può fare, costa troppo e l’amministrazione Obama non ha intenzione di far esplodere pianeti). E la soglia venne innalzata a 100.000 firme.

Tuttavia, anche questo limite può essere agevolmente superato, con un po’ di impegno. È quanto accaduto con una vicenda che lo scorso ottobre, iniziata su uno show del network ABC – il Jimmy Kimmel Live – causò addirittura attriti diplomatici tra Stati Uniti e Cina. In una sequenza dello show in cui l’host interagiva con dei bambini, uno di essi – imbeccato sul fornire una soluzione per l’ingente debito estero americano detenuto dal Dragone – propose di «uccidere tutti i cinesi».

La Cina ha risposto ufficialmente all’avvenimento tramite una conferenza stampa del ministro degli Esteri Qin Gang e sul People’s Daily, e la comunità asiatica statunitense ha avviato le pratiche per comunicare al Presidente la sua disapprovazione. La petizione ha superato quota 100.000 firme nelle prime settimane, anche se nel frattempo il presidente di ABC, Jimmy Kimmel e lo stesso bambino si sono scusati.

La risposta della Casa Bianca è stata chiara: «il Primo emendamento e la Costituzione proteggono la libertà di parola», per cui lo show di Kimmel non può essere cancellato – come proposto dai richiedenti.

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