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La stroncatura (senza spoiler) di The Verge a Stars Wars: Rogue One

Quando nel 2012 la Disney  comprò la Lucas Film manifestò subito l’intenzione di ricavare il più possibile dagli oltre 4 miliardi di dollari spesi per l’acquisizione. La strategia successiva è stata dunque, spiega The Verge, quella di “marvelizzare” la saga creata da George Lucas, cioè produrre una serie potenzialmente infinita di franchise e sottotrame. Giovedì 15 dicembre è la data di uscita mondiale di Rogue One, primo annunciatissimo spin-off di Star Wars, il cui primo franchise, curato da J. J. Abrams, Il risveglio della forza, uscito lo scorso dicembre, aveva avuto il merito di riportare un’enorme attenzione sul mondo di Star Wars.

Rogue One è ambientato in un tempo anteriore rispetto a Una nuova speranza, episodio IV della saga, che in realtà è il primo a essere uscito, nel 1977. Come già anticipato dalla stampa, racconta la storia di un gruppo di Ribelli incaricati di trafugare i piani della Morte nera prima che venga costruita. Di fatto però è una sfida del tutto nuova in quanto «condivide estetica e storia con gli originali, ma è anche qualcosa di completamente diverso sul piano dello stile, del tono e dei personaggi».

Rispetto alla riuscita, il film non ha convinto Bryan Bishop, il giornalista di The Verge incaricato dal celebre sito di tecnologia di recensirlo. E queste sono in sintesi le critiche che muove:

– Nella prima ora il film mette molta carne al fuoco ma non tutto si tiene. A differenza degli altri film, Rogue One deve costruire tutto dalle fondamenta e questo fa sì che sia sovraccarico e non si capisce bene dove sia posta principalmente l’attenzione se sull’Impero, sui Ribelli, o sul gruppo incaricato della missione.

– Negli esempi più riusciti della saga, la trama si regge soprattutto sulla forza dei personaggi, scelta seguita anche da Abrams e Kasdan nel creare personaggi come Rey e BB-8 da subito entrati nell’immaginario collettivo. In Rogue One alla fine del film molti personaggi risultano ancora poco definiti e mancano di personalità.

– La colonna sonora affidata a Michael Giacchino invece che al classico John Williams soffre di un problema simile, ma il tema classico è troppo indissolubilmente legato al franchise. In Rogue One si cerca di fare qualcosa di originale musicalmente, ma non troppo originale.

– Il film funziona quando rinuncia alla pretesa di essere una space opera e accetta di essere un moderno action movie. È difficile pensare che Rogue One non faccia parte del mondo di Star Wars, ma non è per forza un film della saga. Questo forse è il motivo per cui la scritta Star Wars non appare mai, neanche nei titoli di apertura.

 Immagini Getty Images.