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Come il cristianesimo ha cambiato l’evoluzione dei polli

«I polli per come li conosciamo dovrebbero ringraziare Gesù», scrive Vocativ. La specie umana, infatti, ha iniziato ad addomesticare polli circa 6 mila anni fa, ma un nuovo studio genetico ha scoperto che il tipo di pollame europeo che si è affermato arrivando fino a oggi – con una produzione di uova più rapida e una maggiore confidenza con gli esseri umani – risale a solo un migliaio di anni fa ed è legato ai cambiamenti nella dieta portati dalla religione cristiana. La ricerca pubblicata su Molecular Biology and Evolution studia come una serie di eventi storici dell’umanità abbiano prodotto effetti molto rilevanti sull’evoluzione delle altre specie, in particolare quelle allevate per scopi alimentari.

I ricercatori hanno trovati due significative variazioni genetiche rispetto ai gallinacei non addomesticati che testimoniano di un processo di selezione, effettuata appunto dagli uomini in funzione delle caratteristiche che ricercavano. Detta selezione insieme con un significativo aumento della popolazione di questa specie animale in Europa vanno fatte risalire intorno all’anno 1000, un dato che coincide temporalmente con l’introduzione di alcune importanti regole alimentari da parte dei monaci benedettini: tra le altre cose, la proibizione di mangiare qualunque tipo di animale a 4 zampe durante i periodi di Quaresima fece diventare i polli e le uova un importante alimento sostitutivo. Altro elemento importante fu sicuramente un significativo aumento dell’urbanizzazione in Europa, il che comportò minore spazio per l’allevamento e la difficoltà di tenere in città animali troppo grandi come le mucche.

La crescita dell’importanza del pollame nell’alimentazione umana ha continuato a selezionare animali meno aggressivi, meno soaventati dagli uomini e in grado di produrre un sempre maggior numero di uova. Tutte caratteristiche, spiega Vocativ, controllate da una particolare variante di un gene conosciuto come TSHR (o thyroid-stimulating hormone receptor).