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Un “all you can eat” è fallito perché i clienti mangiavano troppo

L’ha raccontato Atlas Obscura: un all you can eat di Chengdu, in Cina, ha dovuto chiudere perché le persone hanno reagito con eccessivo entusiasmo all’offerta proposta: la promozione, lanciata all’inizio del mese, offriva ai clienti la possibilità di usufruire della hot pot (la pentola piena di brodo al centro del tavolo in cui gli ingredienti vengono cotti uno a uno dai commensali) per un mese interno al prezzo di soli 120 yuan (19 dollari). Un’offerta sicuramente più che conveniente, basata sul fatto, come sempre nel caso di questo tipo di ristoranti, che quando a un cliente viene messo a disposizione tutto il cibo che vuole, di solito tende a non esagerare (più alcuni trucchetti che vengono sempre usati, ad esempio posizionare grosse quantità di pane prima del buffet o mettere a disposizione piatti molto piccoli).

Questa volta, però, gli abitanti della città hanno letteralmente preso d’assalto il ristorante Jiamener, con code che comparivano sulla strada già alle 8 del mattino e andavano avanti fino a tarda notte. Lo staff è stato costretto a sostenere ritmi di lavoro sfiancanti e a causa dell’incredibile quantità di cibo mangiato dai clienti i proprietari hanno generato un debito di 500mila yuan (78mila dollari) in meno di un mese. Interrogati sulla loro folle offerta, i ristoratori hanno ammesso che avevano immaginato il rischio di perdere del denaro, ma si aspettavano di ricevere in cambio, nel corso delle settimane, una nutrita quantità di nuovi e fedeli clienti. Credevano anche, sul lungo termine, di poter risparmiare sulle materie prime, negoziando con i fornitori per avere prezzi minori grazie all’acquisto di grosse quantità. Purtroppo non hanno avuto tempo e modo di scoprirlo.