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Il romanzo vincitore del più importante premio letterario giapponese è stato scritto usando ChatGPT

La vincitrice della diciassettesima edizione del Premio Akutagawa (il più importante premio letterario giapponese) è Rie Kudan, premiata per il suo romanzo Tokyo-to Dojo-to, storia di fantascienza in cui un architetto di Tokyo costruisce una gigantesca torre e decide che potranno abitarci solo criminali da reinserire in società. Dopo la vittoria, la scrittrice ha ammesso che una parte del merito per Tokyo-to Dojo-to non è suo ma di ChatGPT. Per la precisione, il 5 per cento del merito è da attribuire all’intelligenza artificiale: tanta è la percentuale di frasi presenti nel romanzo generate dall’AI. Ma il contributo di ChatGPT non è stato solo questo: Kudan ha detto che nei mesi in cui era impegnata nella scrittura del libro le conversazioni con l’AI l’hanno aiutata moltissimo e che ad essa ha potuto parlare di cose «delle quali non avrei mai potuto parlare con nessun altro». Una parte delle conversazioni tra lei e ChatGPT sono poi diventati dialoghi del romanzo.

«Perfetto, è difficile trovarci un difetto», con queste parole la giuria del Premio Akutagawa ha definito il romanzo di Kudan. E in effetti, la scrittrice ha detto di aver usato «tutte le capacità» di ChatGPT per scrivere Tokyo-to Dojo-to. Convinta che l’AI l’abbia aiutata a raggiungere il suo «apice creativo», Kudan ha detto che in futuro vuole mantenere «un buon rapporto» con ChatGPT. Non tutti ovviamente condividono il suo entusiasmo nei confronti delle potenzialità letterarie dell’AI: diversi utenti su X hanno commentato la sua vittoria e la successiva “confessione” chiedendosi se possa essere considerata una vera scrittrice una persona il cui principale talento consiste nell’intrattenere piacevoli conversazioni con una macchina. Al momento, nessun commento  è arrivato dall’organizzatore del Premio Akutagawa.