Lo ha rivelato un'inchiesta del New York Times: tra i cugini alla lontana ci sono Madonna, Angelina Jolie, Justin Bieber, Justin Trudeau e pure Hillary Clinton.
Sembra passata una vita da quando il bersaglio preferito dei boomer su Facebook era Justin Bieber e non i Maneskin. A dire il vero, molto più che la band di Damiano, Justin riusciva a catalizzare su di sé un perculamento trasversale e transgenerazionale, al punto da essere divorato da Cthulhu per volere di Cartman in una puntata di South Park, consacrazione imprescindibile dello sberleffo anni Dieci su scala globale. Per certi versi infatti, vista la coincidenza tra il suo lancio come teen star nel 2010 e la nascita di una cultura pop internettiana, potremmo dire che Bieber è uno dei primi grandi meme dello scorso decennio. Ciuffo schiaffato, viso d’angelo, voce flautata, fascino infantile da Mickey Mouse Club ma con un inedito tocco sexy da tardo Y2K, Justin Bieber, detto anche Justin Bieberon dai più simpatici buontemponi, a soli sedici anni era tra i personaggi più amati e più odiati della cultura di massa che gli Stati Uniti ci rifilano come pegno inestinguibile per il piano Marshall, una sorta di Taylor Swift in formato mignon e con l’accento canadese.
La piaga dei fandom
Dovrebbero inventare una parola in tedesco per descrivere il processo che accompagna la disfatta di una star americana che ha visto la sua infanzia masticata in cambio di svariate decine di milioni di dollari e un festino con Puff Diddy e la curiosità che questo percorso di stelle e stalle suscita in noi comuni mortali senza ville con quindici bagni a Hollywood. Forse potrei inventarla io in questo momento e definire Bieberfreude il sentimento di curiosità apprensiva mista a piacere sottile che si prova nel vedere uno degli artisti più pagati e famosi del mondo passare dall’essere un idolo per pre-adolescenti invasate a uno di quei nomi che vediamo rimbalzare da rotocalco a rotocalco con la didascalia «Le foto preoccupanti» sotto allo scatto in ciabatte ed espressione assente.
Nel caso di Bieber però, la dinamica di domanda e offerta di contenuti che riguardano non solo la sua carriera da artista ma anche quella da fidanzato famoso o marito degenero è fuori scala. Motivo per cui, a voler dare spiegazioni semplici a foto complesse uscite di recente dell’ormai trentunenne ex enfant prodige su cui aleggiano vari spettri, dalla droga alla bancarotta, ci si perde un pezzo enorme di cultura pop degli ultimi quindici anni che ha a che fare col gossip, chiaro, ma anche con una mutazione tecnologica che ha ridefinito le gerarchie tra la popolarità e il fanatismo che questa genera. O in altre parole, la piaga dei fandom.
Il triangolo sì: Justin, Hailey e Selena
Per chi fosse beatamente riuscito a non ricevere nessun segnale di vita dalla galassia-Bieber, è importante dichiarare un dato fondamentale: ad accompagnare questa grande storia di treno della popolarità che deraglia, per fare un calco dall’inglese train wreck, non ci sono solo i personaggi del suo entourage che nel tempo sono diventati suoi nemici, come lo storico agente Scooter Braun o tutte le altre persone “tossiche” che Bieber ha smesso di seguire per dare un chiaro segno di taglio col passato in tempi recenti.
C’è un filone narrativo degno di una telenovela che va avanti da prima ancora che Bieber diventasse maggiorenne, ossia il triangolo che riguarda la sua ex fidanzata Selena Gomez, attrice Disney Channel, cantante, quarta persona più seguita su Instagram nel mondo dopo Ronaldo e Messi, e la sua attuale moglie Hailey Bieber, al secolo Baldwin, nepo-baby dell’universo hollywoodiano, influencer e presto miliardaria grazie alla recente vendita del suo marchio di beauty Rhode. Se questa prima sinossi ha generato in chi legge un leggero mal di testa, suggerisco di interrompere subito l’approfondimento o la spedizione nel rabbit hole bieberiano, perché le vicende che riguardano i tre non sono adatte ai deboli di cuore, se per cuore intendiamo quello che mettiamo compulsivamente alle stories su Instagram dei nostri beniamini.
Partendo dalla fine: Justin Bieber, che nel 2021 è stato costretto a cancellare il suo tour mondiale a causa di problemi di salute, avvistato al Coachella con gli occhi rossi di chi non invecchia mai perché fuma l’erba della giovinezza, oltre ad aver preoccupato i fan con una chierica in bella vista, è anche accusato di essere un marito che odia sua moglie e che non solo non le tiene la portiera e scappa via in skateboard mentre lei cade per strada, ma le manda frecciatine su Instagram e scrive frasi sospette ad altre donne, oltre a generare video con l’intelligenza artificiale per testimoniare la sua presenza ai di lei eventi. Bastano questi indizi per decretare l’andamento della vita privata di due sconosciuti miliardari?
Ebbene, quando si parla di Beliebers, Jelena e altri nomi inventati per descrivere le orde di fan che vivono in funzione dell’esistenza di queste tre persone e dei loro presunti intrallazzi ancora in corso, sì.
Un esempio stupefacente di storytelling dal basso
È davvero impossibile riassumere in questo spazio tutta l’epopea che li riguarda, per questo ci sono video che durano svariate ore e che raccolgono il materiale necessario per farsi un’idea della follia collettiva che anima i fandom delle suddette celebrità. Ma per farla breve, l’enorme teoria del complotto che giustifica non solo il tracollo umano e fisico di Bieber ma anche la sua pausa dalla musica ruota intorno al fatto che in tutti questi anni, Justin e Selena, che pure hanno avuto una relazione tormentata, marchio di fabbrica della cantante che ha sapientemente cavalcato il topos della sottona, non abbiano mai smesso di amarsi.
La struttura narrativa degna dello schema di Propp è perfetta: Hailey, con la sua fisionomia da steroia, per citare la bibbia delle ragazze anni Zero Mean Girls, è il nemico pubblico numero uno. Esistono documentari e video con milioni di visualizzazioni volti a dimostrare che lei sia una stalker, vendicativa e ossessionata non solo da Justin, ben prima che si sposassero, ma anche da Selena. Sull’altro lato della barricata, Selena sarebbe vittima di un complicato sistema di leve e specchi che l’ha allontanata dall’unico vero amore della sua vita e che l’ha condotta fino al suo attuale compagno, Benny Blanco, produttore musicale che ha composto metà delle canzoni che sentiamo nei camerini di Calzedonia, comprese quelle di Bieber, nonché famoso per la sua ironia raffinata.
In tutto ciò, Hailey, colpevole secondo il fandom di aver rubato, plagiato e ingabbiato Justin fino ad averlo portato alla sua distruzione – lei, mica il tour da ottanta milioni di dollari cancellato o il brand in malora – è l’unica dei tre che non fa uso pubblico di mezzo privato, ossia è l’unica che non scrive commenti imbarazzanti che riguardano la sua vita privata sotto a post che possono vedere tutti, come invece fanno i Jelena, mia personale prova inconfutabile della loro compatibilità.
Se l’antico uno vale uno dei Cinque Stelle volesse imparare da un caso eclatante di democrazia diretta, il quadrilatero Justin-Hailey-Selena-Benny è il case study perfetto da dare in pasto alla piattaforma di Casaleggio, nata peraltro nello stesso periodo in cui Bieber si muoveva ammiccando a tempo di Baby sui palchi del mondo. Un esempio simile di capillarità, cospirazionismo, ossessione, creatività e permeabilità nella vita suppostamente dorata delle celebrità è difficile da trovare, ma lo è ancor di più individuare un caso altrettanto stupefacente di storytelling dal basso che diventa materiale narrativo per i diretti interessati. Selena Gomez, per diversi anni, prima che Blanco le mettesse al dito il brillocco, ha fatto del suo essere single un brand.
Hailey Bieber sta prendendo azioni legali contro gli hater che la dipingono come una strega cattiva che copia Selena Gomez, dando a questa nube cosmica di individui che si celano sotto mentite spoglie con numeretti e nomi demenziali una dimensione molto concreta. E Justin, infine, quello che un tempo sorrideva con il suo faccino da bravo ragazzo e che oggi fa trasecolare le sue Beliebers con foto preoccupanti, fa impazzire chi lo segue con messaggi criptici che alimentano le teorie del complotto, tra foto di uccelli e canzoni con testi ambigui che alludono al triangolo infinito di zeriana memoria, solo che nel loro caso è stato abbondantemente considerato.